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Annaffiatura e potatura di un ficus bonsai.

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Il Ficus è il classico bonsai da interno. Riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi, dove altre piante non riuscirebbero a sopravvivere e richiede pochissime cure per vivere in salute. Le varietà esistenti in natura sono migliaia (a cominciare dal Fico comune, fino ad arrivare ai Ficus repens rampicanti) ma quello che viene maggiormente utilizzato nella tecnica bonsai è il Ficus Retusa.

Il tronco di questo Ficus è robusto e sinuoso, con la corteccia molto chiara, a volte segnata da chiazze bianche orizzontali. Negli esemplari adulti la base del tronco si presenta ricca di radici contorte che suscitano sempre una forte impressione; ma la caratteristica che rende il Ficus unico tra i bonsai, è quella delle radici aeree: le quali, partendo dai rami arrivando fino a terra, diventando a loro volta dei tronchi secondari. Le foglie sono ovali, appuntite, di un bel verde intenso, inoltre, non è raro veder fruttificare questa pianta, che produce dei piccoli fichi giallognoli.

Annaffiatura.

Servendosi di un annaffiatoio con soffione delicato, irrigare il Ficus abbondantemente, ma solo quando il terreno si presenta asciutto, ripetendo l'operazione due o tre volte a distanza di qualche minuto, per fare in modo che il substrato assorba completamente l'acqua versata. Se il bonsai viene tenuto in casa, diventa importantissimo accertarsi, prima di annaffiare, che il terriccio non sia ancora bagnato. In autunno, quando le giornate iniziano ad accorciarsi e il sole è più basso, le irrigazioni vanno diradate, poiché il bonsai consumerà molta meno acqua, rispetto al periodo estivo.

Potatura.
Il periodo migliore per effettuare la potatura del Ficus è la primavera: in aprile-maggio si possono tagliare i rami con la certezza di una pronta ripresa vegetativa. Da ricordare che il legno di questa pianta è tenero e fibroso, perciò, la cicatrizzazione avviene in modo veloce ma non molto estetico: specialmente i tagli grandi tendono a formare un rigonfiamento eccessivo, quindi, è importantissimo medicarli con la pasta cicatrizzante.
La potatura dei rami si effettua con la tronchese concava e la scelta delle branche da accorciare o da eliminare dipende dallo stile del bonsai; in ogni caso vanno eliminati i rami che sviluppano in senso verticale, quelli che si incrociano, o che crescono verso l'interno e quelli che nascono sotto la base di un'altro ramo; inoltre, in presenza di rami contrapposti o paralleli, uno dei due va tagliato.























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Esposizione e pinzatura di un ficus bonsai.

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Il Ficus è il classico bonsai da interno. Riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi, dove altre piante non riuscirebbero a sopravvivere e richiede pochissime cure per vivere in salute. Le varietà esistenti in natura sono migliaia (a cominciare dal Fico comune, fino ad arrivare ai Ficus repens rampicanti) ma quello che viene maggiormente utilizzato nella tecnica bonsai è il Ficus Retusa.

Il tronco di questo Ficus è robusto e sinuoso, con la corteccia molto chiara, a volte segnata da chiazze bianche orizzontali. Negli esemplari adulti la base del tronco si presenta ricca di radici contorte che suscitano sempre una forte impressione; ma la caratteristica che rende il Ficus unico tra i bonsai, è quella delle radici aeree: le quali, partendo dai rami arrivando fino a terra, diventando a loro volta dei tronchi secondari. Le foglie sono ovali, appuntite, di un bel verde intenso, inoltre, non è raro veder fruttificare questa pianta, che produce dei piccoli fichi giallognoli.

Esposizione.
In primavera, quando le temperature non scendono più sotto i dieci gradi, è conveniente tenere il bonsai all'esterno in pieno sole: un'adeguata illuminazione permette alla pianta di vegetare con vigore, producendo rami robusti, foglie piccole, vegetazione compatta ed uniforme. In estate, a differenza degli altri bonsai, il Ficus può anche rimanere al sole, a patto che il vaso venga riparato dai raggi solari, per non far surriscaldare l'apparato radicale; oppure, lo si può riportare in casa collocandolo in una posizione ben illuminata davanti ad una finestra. In autunno, il Ficus può rimanere in casa, oppure si può tenere all'aperto. Naturalmente, quando le temperature iniziano a scendere sotto i 10°, si deve immediatamente ricoverare il bonsai in casa. In inverno, i Ficus debbono rimanere in casa poiché, come già detto, questa essenza non sopporta temperature sotto i 10°.
In generale nel sud-Italia ed in particolare a Taranto questa essenza ha dato ottimi risultati tenuta all'esterno per tutto l'anno protetta però dai raggi del sole soprattutto nei periodi più caldi.
Un sottovaso riempito di ghiaia bagnata contribuisce a mantenere la giusta umidità alla pianta, sia d'estate, quando fa caldo, sia d'inverno, quando i termosifoni accesi seccano l'aria. Questa sistemazione, oltre a mantenere un microclima più idoneo al bonsai, si rivela utile anche per scongiurare le infestazioni di ragno rosso. Se la finestra è esposta al sole, andrà velata da una tenda per evitare che le foglie vengano ustionate dall'"effetto lente".

Pinzatura.
Nel Ficus la produzione di nuovi germogli è praticamente continua durante tutto l'anno, perciò, bisogna ricorrere più volte alla tecnica della pinzatura, allo scopo di mantenere la linea del bonsai che, se non cimato, diverrebbe un cespuglio informe in poco tempo. Naturalmente, per non indebolire la pianta, occorre aspettare che dalla chioma fuoriescano molti germogli, con almeno 5-6 foglie, quindi, usando la forbice lunga, si effettua il taglio dopo la seconda o la terza foglia.























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Defogliazione e concimazione di un ficus bonsai.

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Il Ficus è il classico bonsai da interno. Riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi, dove altre piante non riuscirebbero a sopravvivere e richiede pochissime cure per vivere in salute. Le varietà esistenti in natura sono migliaia (a cominciare dal Fico comune, fino ad arrivare ai Ficus repens rampicanti) ma quello che viene maggiormente utilizzato nella tecnica bonsai è il Ficus Retusa.

Il tronco di questo Ficus è robusto e sinuoso, con la corteccia molto chiara, a volte segnata da chiazze bianche orizzontali. Negli esemplari adulti la base del tronco si presenta ricca di radici contorte che suscitano sempre una forte impressione; ma la caratteristica che rende il Ficus unico tra i bonsai, è quella delle radici aeree: le quali, partendo dai rami arrivando fino a terra, diventando a loro volta dei tronchi secondari. Le foglie sono ovali, appuntite, di un bel verde intenso, inoltre, non è raro veder fruttificare questa pianta, che produce dei piccoli fichi giallognoli.

Defogliazione.

Questa tecnica, utile per ridurre la grandezza delle foglie, si applica nel mese di giugno. L'operazione si effettua con una forbice disinfettata e ben affilata, eliminando tutte le foglie del bonsai. Dopo pochi giorni, la pianta produce nuove foglioline, più piccole delle precedenti, che rendono il bonsai proporzionato e armonioso. Per scongiurare il rischio di un ritiro di linfa, che farebbe seccare i rami rimasti nudi, è molto importante lasciare una foglia alla sommità di ogni ramo; foglia che và eliminata solo quando appaiono le nuove foglioline lungo il ramo stesso.

Concimazione.
Il Ficus, essendo una pianta che vive in casa, vegeta praticamente tutto l'anno, perciò le concimazioni dovranno essere continue, diradandone la frequenza solo nei mesi di novembre e dicembre. Il concime può essere liquido (da somministrare ogni 10-15 giorni) o solido a lenta cessione (somministrare ogni 40-50 giorni); in quest'ultimo caso è conveniente utilizzare il Bio-gold, il quale non provoca cattivi odori, fattore importante per delle piante che vivono in casa.























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Applicazione del filo e difesa dai parassiti in un ficus bonsai.

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Il Ficus è il classico bonsai da interno. Riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi, dove altre piante non riuscirebbero a sopravvivere e richiede pochissime cure per vivere in salute. Le varietà esistenti in natura sono migliaia (a cominciare dal Fico comune, fino ad arrivare ai Ficus repens rampicanti) ma quello che viene maggiormente utilizzato nella tecnica bonsai è il Ficus Retusa.

Il tronco di questo Ficus è robusto e sinuoso, con la corteccia molto chiara, a volte segnata da chiazze bianche orizzontali. Negli esemplari adulti la base del tronco si presenta ricca di radici contorte che suscitano sempre una forte impressione; ma la caratteristica che rende il Ficus unico tra i bonsai, è quella delle radici aeree: le quali, partendo dai rami arrivando fino a terra, diventando a loro volta dei tronchi secondari. Le foglie sono ovali, appuntite, di un bel verde intenso, inoltre, non è raro veder fruttificare questa pianta, che produce dei piccoli fichi giallognoli.

Applicazione filo.

La corteccia del Ficus è particolarmente tenera e la crescita dei rami estremamente veloce, quindi, quando si applica il filo in alluminio per orientare i rami, bisogna ricordare di non stringerlo troppo, altrimenti la corteccia potrebbe rimanere segnata già dopo pochi giorni. Il filo si può applicare tutto l'anno.

Difesa dai parassiti.

I nemici più acerrimi di questa pianta sono: il ragno rosso (microscopico Acaro che infesta quasi regolarmente i nostri bonsai nei mesi estivi, facendo cadere loro tutte le foglie), la cocciniglia (riconoscibile dalla presenza di piccoli "batuffoli di cotone" all'attaccatura delle foglie) e la fumaggine (polvere nera sulle foglie). Una difesa efficace è rappresentata da trattamenti preventivi effettuati a cadenza settimanale, usando alternativamente, unacaricida, un anticocciniglia e un anticrittogamico.























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Illustrazione degli stili bonsai.

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 Nel corso degli anni sono stati proposti molti stili di classificazione dei bonsai, avvicinandosi molto alle condizioni delle piante in natura. Questi stili sono soggetti alla interpretazione e alla creatività personale, ciò significa che gli alberi non devono per forza adattarsi rigidamente ad uno stile. Ancora, gli stili sono importanti per ottenere una formazione di base riguardo ai modelli da seguire e dovrebbero servire come linee guida per coltivare con successo le piante in miniatura.
Hokidachi
Stile a scopa rovesciata
Hokidachi
Lo stile a scopa rovesciata è adatto agli alberi caducifoglie con una ramificazione sottile ed ampia. Il tronco è dritto e in verticale e non arriva fino all’apice della pianta; si dirama in tutte le direzioni a circa 1/3 dell’altezza della pianta. In questo modo i rami e le foglie formano una corona a forma di palla che può apparire molto suggestiva durante i mesi invernali.
Chokkan Bonsai
Stile eretto formale
Chokkan
Lo stile eretto formale è molto diffuso. Lo troviamo spesso in natura, specialmente quando l’albero riceve molta luce e non ha vicino a è altri alberi che glia fanno ombra. Per questo stile, la conicità del tronco è importantissima e deve essere ben visibile. Il tronco quindi deve essere più largo alla base e assottigliarsi sempre  più verso l’apice. La ramificazione dovrebbe iniziare a circa 1/4 dell’altezza totale del tronco. La cima della pianta dovrebbe essere formata da un solo ramo; il tronco non dovrebbe attraversare l’altezza totale dell’albero.
Moyogi Bonsai
Stile eretto informale
Moyogi
Lo stile eretto informale è diffuso sia in natura che nell’arte bonsai. Il tronco cresce eretto approssimativamente con una forma “S” e dopo ogni curva troviamo i rami. La conicità del tronco si deve vedere chiaramente, la sua base deve essere più larga dell’apice.
Shakkan Bonsai
Stile inclinato
Shakkan
A causa della forza del vento che soffia verso un’unica direzione o quando la pianta si trova all’ombra e cerca di spingersi verso il sole,  l’albero crescerà inclinato su un lato.
Con il bonsai, lo stile inclinato deve crescere con un angolo di circa 60-80 gradi rispetto al suolo. Le radici sono ben sviluppate su un lato per permettere alla pianta di stare in piedi. Sul lato inclinato, le radici chiaramente non sono ben sviluppate. Il primo ramo cresce in direzione opposta rispetto al inclinazione della pianta, per garantire un buon bilanciamento. Il tronco può essere leggermente curvo o totalmente dritto, ma sempre più largo alla base piuttosto che all’apice.
Kengai Bonsai
Stile a cascata
Kengai
Un albero che si trova su un rapido dirupo può piegarsi verso il basso per diversi fattori esterni, come la neve o le rocce che cadono. Con il bonsai può essere difficile che l’albero mantenga una crescita verso il basso perché questa sarebbe in contrasto con la naturale tendenza della pianta di crescere verso l’alto. I bonsai in cascata sono collocati in vasi alti. L’apice della pianta di solito cresce all’altezza del bordo del vaso, ma i successivi rami si alternano a destra e a sinistra lungo le curve del tronco. Questi rami dovrebbero crescere orizzontalmente per bilanciare l’albero.
Han Kengai Bonsai
Stile a semi-cascata
Han-kengai
Lo stile a semi-cascata, proprio come lo stile a cascata, si trova in natura su dirupi o sulle sponde dei fiumi e dei laghi. Il tronco cresce diritto per un breve tratto e poi si piega verso il basso. A differenza dello stile a cascata, il tronco nello stile a semi-cascata non cresce mai al di sotto del fondo del vaso. L’apice solitamente si trova sopra il bordo del vaso mentre la successiva ramificazione si sviluppa al di sotto del bordo.
Bunjingi Bonsai
Stile Literati
Bunjingi
In natura questo stile si trova in aree dove ci sono molti altri alberi e la competizione è così forte che la pianta può sopravvivere solo crescendo più alta delle altre piante che la circondano. Il tronco cresce sghembo verso l’alto ed è totalmente senza rami poiché il sole raggiunge solo la sua cima. Per assicurarsi che sembri ancora più drammatico, alcuni rami sono scortecciati (Jin). Quando la corteccia viene rimossa da un lato del tronco, abbiamo uno “shari”. L’intenzione è di dimostrare che l’albero abbia seriamente lottato per sopravvivere. Questi alberi si trovano spesso in piccoli vasi rotondi.
Fukinagashi Bonsai
Stile Battuto dal vento
Fukinagashi
Lo stile Battuto dal vento è un altro esempio di albero che lotta per sopravvivere. I rami come anche il tronco crescono su un solo lato dato che il vento soffia costantemente sulla pianta in una sola direzione. I rami crescono su tutti i lati del tronco m a sono tutti inclinati verso un solo lato.
Sokan Bonsai
Stile a doppio tronco
Sokan
Lo stile a doppio tronco è frequente in natura, ma non molto invece nell’arte bonsai. Solitamente entrambi i tronchi crescono da un unico gruppo di radici, ma è anche possibile che il tronco più piccolo cresca dal tronco più grande proprio vicino al suolo. I due tronchi si differenzieranno sia come spessore che come lunghezza, il tronco più largo e lungo crescerà quasi diritto, mentre il tronco più piccolo crescerà leggermente inclinato. Entrambi i tronchi formeranno una proprio palco fogliare.
Kabudachi Bonsai
Stile a ceppaia
Kabudachi
In teoria lo stile a ceppaia è uguale a quello a doppio tronco, ma con 3 o più tronchi. Tutti i tronchi crescono dalla stessa base e hanno un unico sistema radicale, ed è veramente un singolo albero. Tutti i tronchi formano un proprio palco fogliare, nel quale il più grosso e il più sviluppato forma l’apice.
Yose Ue Bonsai
Stile a bosco
Yose-ue
Lo stile a bosco assomiglia a quello a ceppaia, ma la differenza consiste nel fatto che è composto da diversi alberi e non da un solo albero con più tronchi. Gli alberi più grandi ed importanti sono piantati al centro di un vaso largo e poco profondo. Ai lati del vaso sono piantati gli alberi più piccoli che contribuiscono a formare un proprio palco fogliare. Gli alberi non sono collocati su una linea diritta, ma in modo sfalsato per rendere il bosco più simile alla realtà.
seki Joju Bonsai
Stile bonsai su roccia
Seki-joju  
Sui terreni rocciosi, gli alberi con le loro radici devono cercare un suolo ricco di nutrimento, che spesso si trova tra le crepe e nelle buche. Le radici non sono protette prima di raggiungere la terra e di conseguenza devono ripararsi dal sole: una speciale corteccia cresce su di loro. Con il bonsai le radici crescono su una roccia posta in un vaso, e di conseguenza le cure per quest’albero sono simili a quelle da seguire per gli altri stili.
Ishisuki Bonsai
Ishitsuki
Ishisuki
In questo stile le radici dell’albero crescono tra le crepe e nelle buche della roccia. Ciò significa che non c’è molto spazio per la radici per svilupparsi ed assorbire nutrimenti. Gli alberi che crescono sulle rocce non appaiono mai in piena salute, perché deve essere ben visibile che devono lottare per sopravvivere. È importante con questo stile concimare e bagnare spesso, poiché non c’è molto spazio disponibile per immagazzinare acqua e sostante nutritive. La roccia sulla quale cresce il bonsai è spesso collocata in un vaso quasi piatto, che qualche volta è riempito con acqua e ghiaietto molto sottile.
Ikadabuki Bonsai
Stile a zattera
Ikadabuki
Alcune volte un albero spezzato può sopravvivere muovendo i suoi rami verso l’alto. Il vecchio sistema radicale può fornire ai rami abbastanza sostanze nutritive. Dopo un primo periodo le  nuove radici inizieranno a crescere, sostituendo alla fine la funzione di quelle vecchie. I vecchi rami che ora sono rivolti verso l’alto, con l’aumento del flusso delle sostanze nutritive diventano dei tronchi con  numerosi altri rami. Questi nuovi tronchi formano un proprio palco fogliare.
Sharimiki Bonsai
Stile con shari
Sharimiki
Con il passare del tempo, alcuni alberi sviluppano parti senza corteccia sui loro tronchi a causa delle severe condizioni metereologiche. La parte senza corteccia di solito inizia nella zona in cui le radici emergono dal suolo, e cresce sempre più sottile man mano che sale sul tronco. Gli intensi raggi solari  schiariranno queste parti, formando una zona molto caratteristica dell’albero. Con il bonsai la corteccia viene rimossa con un coltello molto affilato e preciso e questa parte viene trattata con solfato di calcio (liquido jin) per accelerare il processo di sbiancamento.
fonte: Empire Bonsai

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Il calendario del perfetto bonsaista: Marzo.

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MARZO
RINVASO
SI conifere - Da fine mese a metà Aprile.
Pini:taglio radici a volontà. Terra neutra
Ginepri: non taglio radici. Terra neutra
SI sempreverdi - Da fine mese a metà Aprile
Bagnare per immersione solo la 1°volta
SI caducifoglie - Mese ideale,alla 1° fogliolina
Tenere fuori sole per 20 gg.
NO fiore/frutto
Attenti al gelo ed al vento.
NO mediterranee/esotiche 


FILO
SI conifere 
Applicare prima del rinvaso per non muovere
Rame
Rame
SI sempreverdi
Applicare prima del rinvaso per non muovere
Alluminio
SI caducifoglie
Se non hanno già i germogli
Alluminio
SI fiore/frutto
Se dormono ancora

NO mediterranee/esotiche
Controllare che non segni quello messo nei mesi precedenti 
 

POTATURE
SI conifere
A volontà, SI apici,SI capitozzare,SI grossi rami
SI sempreverdi
A volontà,SI apici,SI capitozzare,SI grossi rami
SI caducifoglie
Momenti ideale per drastiche potature sia radiciche chioma
NO fiore/frutto
Comprometterebbe fiori e frutti dell'anno
NO mediterranee/esotiche/ulivo/bosso 


CONCIMAZIONE
Vedi Febbraio. Non concimare le piante rinvasate per 20 gg.Concimare pochissimo le altre.Concimare le piante in formazione con generosità anche di azoto.Nei periodi di gran pioggia,tenere conto del dilavamento. 


ANNAFFIATURA
Bagnare poco, a mezzogiorno.Molto poco le conifere.Se piove molto proteggere il vaso,è adesso che si formano aghi e foglie e troppa acqua li formerebbe grandi. 


PARASSITI
Vedi Gennaio. Al caso,una o due disinfestazioni con prodotto a largo spettro d'azione contro parassiti sia animali che vegetali.Ricompaiono tutti con i primi tepori e umidità.Le formiche sono pericolose solo se fanno il nido nel vaso perché scavano.Proteggere con adesivi appicicosi.Se sono sulle piante vuol dire che ci sono anche gli afidi. 


CURE
Le piante cominciano a germogliare.Togliere le protezioni invernali.Ruotare regolarmente.Attenzione al vento.Proteggere da troppa pioggia per evitare foglie grandi e aghi lunghi.

RACCOLTA
SI Yamadori

SI conifere (in particolare i pini)
SI sempreverdi
SI caducifoglie
Ad ogni quota.Eseguire in luna calante
NO Talea (è presto)
NO Margotta (è presto)

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Il calendario del perfetto bonsaista: Aprile.

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APRILE
RINVASO
SI conifere(sino al 15 Aprile) in luna crescente
SI sempreverdi
(sino al 15 Aprile) in luna crescente
NO caducifoglie
è tardi
NO fiori/frutti
attendere la fioritura.  Vedi Marzo
NO mediterranee/esotiche
FILO
NO per tutte. Controllare che non segni quello messo in precedenza.Crescano forte.

POTATURA e DEFOGLIAZIONE
SI conifere - NO apici - NO/SI candele - SI pizzicatura germogli verdi
NO sempreverdi - SI defogliazione - SI pizzicatura gemme
NO caducifoglie - SI defogliazione parziale - SI pizzicatura gemme
SI fiore/frutto (solo dopo la fioritura)
NO mediterranee/esotiche/ulivo/bosso/ficus

CONCIMAZIONE
Le piante già formate devono essere concimate poco e raramente (senza azoto). Se piove molto tenere conto del dilavamento. Le piante stanno formando ora aghi e foglie,tenerle a dieta stretta.

ANNAFFIATURA
Bagnare poco al mattino e sera (due volte). Nebulizzare le chiome. Attenti alle piogge eccessive,al caso mettere al riparo o proteggere il piede.Le caducifoglie si sono svegliate!

PARASSITI
                                   Vedi Gennaio e Marzo

CURE
                 Vedi Marzo. Tutte in pieno sole. Ruotare regolarmente.

RACCOLTA
NO yamadori -  per tutte
(se non in alta montagna,oltre 1500 mt)
SI talea (per molte essenze)
SI margotta ( a fine mese)

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I 10 articoli più cliccati nel mese di Marzo 2013.

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1.- La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata.


La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata, definisce la struttura del bonsai, si eliminano i rami non necessari, o con dei difetti e si crea spazio tra foglie e rami per consentire a tutta la pianta di ricevere aria e luce.
Nella potatura di impostazione si lasciano dei rami non necessari per aumentare il vigore di alcune zone o per fare ingrossare il tronco.
Per equilibrare il vigore dei rami si potano i rami forti e si lasciano crescere quelli deboli, generalmente il vigore maggiore dei rami è verso l'apice e nei rami più alti, controllando le gemme in inverno si può determinare la zona più forte ( gemma grande più vigore, gemma piccola meno vigore).
Il periodo migliore per potare è l'autunno, dopo che cadono le foglie ( per le caducifoglie) oppure prima del risveglio in primavera.

2.- Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Aprile, Maggio e Giugno.

APRILE.
Periodo di grande ripresa vegetativa con ancora qualche rischio di gelate tardive, attenzione quindi a proteggere le specie da esterno più sensibili.
Sospendere le rinvasature delle piante decidue da metà aprile in avanti e quello delle conifere e delle sempreverdi dalla fine di questo mese.
Cominciare a fare margotte di conifere, e preparare talee di sempreverdi, usando la vegetazione dell'anno precedente.
Innaffiamento.
Attendere sempre che il terreno sia asciutto ma, poiché le piante iniziano a vegetare e le giornate assolate sono più frequenti, detto periodo si accorcerà sempre di più, fino ad arrivare al momento di innaffiare tutti i giorni. I Pini, i Ginepri e le conifere in genere vanno annaffiati di meno, che non vuol dire dare meno acqua, bensì dopo che il terreno si é asciugato conviene aspettare ancora un giorno o due prima di irrigare.

3.- L’olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai.

L’Olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai. Non esiste bonsaista che non abbia nella sua collezione, uno o più esemplari di questa bellissima essenza. I motivi della sua grande popolarità si possono spiegare con: la possibilità di vivere sia in casa, sia all’aperto,il portamento elegante e proporzionato, l’estrema facilità di coltivazione e la grande resistenza agli attacchi dei parassiti, sia animali, sia vegetali. Inoltre, la sua notevole adattabilità gli permette di sopravvivere alle intemperanze dei bonsaisti meno esperti, i quali trovano in questo bonsai il miglior banco di prova per saggiare le proprie capacità, allontanando il rischio di “lasciare morti sul campo”.

In primavera, periodo in cui spuntano le nuove foglie, è conveniente tenere l’Olmo in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette al bonsai di vegetare con vigore, producendo rami robusti, foglie piccole, vegetazione compatta ed uniforme.

4.- Azalea, bonsai del portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.

AZALEA (Rhododendron)
L’Albero delle rose (rhododendron) è il nome in latino di questo bonsai dal portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di struttura e di colore dei fiori, ma tutte sono adatte alla coltivazione a bonsai.
Infatti, la splendida fioritura, le piccole foglie, il tronco rugoso con le radici di base (nebari) che si allargano a raggiera, sono qualità che permettono di realizzare in pochi anni, degli esemplari di notevole effetto. l
L'azalea non costituisce un genere a sé ma rientra nel genere dei rhododendron. Tale genere si divide in due gruppi: i rododendri, grandi arbusti sempreverdi o decidui, e le azalee, arbusti nani sempreverdi, a foglie verdi, oppure piccoli e decidui. F
ino a pochi anni fa si credeva erroneamente che fossero due specie distinte, ma in realtà sia azalee che rododendri fanno parte di un unico genere, quello dei Rhododendron appunto, che a sua volta fa parte della famiglia delle ericacee.

5.- Come ottenere ogni anno una buona fioritura dei melograni.

Quest’articolo spiega come ottenere ogni anno una buona fioritura dei Melograni. Applicando le tecniche adeguate i risultati non tarderanno ad arrivare.
Famiglia: Punicaceae Genere: Punica
Specie: Punica granatum; Punica Protopunica
Punica granatum var. Nana
Punica granatum var. Nejikan
Il melograno (Zakuro, in giapponese) può raggiungere i 3-5 m d’altezza; si presenta eretto e molto ramificato, con rami un poco spinosi. I più giovani hanno la corteccia rossiccia e liscia, mentre nel tronco e nei rami vecchi la corteccia è grigio-cinerea e screpolata. In soggetti annosi, si nota un movimento di corteccia con andamento attorcigliato. Originario della Persia, fu introdotto nel Mediterraneo già nell'antichità; in Italia si può trovare, inselvatichito, al sud. E’ una pianta che s’incrocia molto facilmente, perciò esistono infinite varianti tra pianta e pianta, che tuttavia non devono essere considerate come varietà, salvo che non presentano caratteristiche stabili attraverso generazioni successive.
 

6.- L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai.

L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai. Le foglie a cinque punte, che cambiano colore a seconda della stagione, conferiscono a questa pianta un fascino ed un’eleganza difficilmente riscontrabili in altre essenze.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di forma, grandezza e colore ma, volendo descrivere solo quelle normalmente reperibili sul mercato, possiamo dividere gli Aceri palmati in tre categorie: Acer palmatum, Acer palm. rubrum, Acer palm. deshojio.

Acer palmatum

E’ la specie più forte e vigorosa; le foglie a cinque punte, leggère e dal colore intenso, diventano rosse in autunno, prima di cadere, e conferiscono al Bonsai un aspetto veramente affascinante.

7.-  Quercia, simbolo di forza e maestosità.


La quercia, fin dall’antichità, è citata come simbolo di forza, di maestosità e di lunga vita.
In effetti, il bonsai di Quercia irradia una senzazione di potenza e vigoria, che poche altre piante riescono a trasmettere. Il tronco è robusto e squamato, i rami sono potenti e affusolati, mentre le foglie, alterne e dentate, possono resistere anche due anni prima di cadere; infine, la produzione delle ghiande evoca nell’osservatore dolci ricordi giovanili. Le specie di questa famiglia sono moltissime ( Farnia, Rovere, Cerro, Leccio, Sughera, ecc.) ma in questo capitolo parleremo della Roverella .
Questa pianta, che deve il suo nome (Quercus pubescens) alla microscopica peluria presente sulla pagina inferiore delle foglie, in natura vegeta benissimo sia nel caldo della Sicilia, sia nel freddo delle Alpi, fino ai 1500 metri di altitudine; sopporta i terreni calcarei e resiste molto bene alla siccità. Le doti di resistenza appena elencate, unite all’aspetto maestoso ed affascinante, anno permesso a questa essenza di diventare una delle specie più utilizzate nella tecnica bonsai.

8.- Come accorciare I tempi: In termini di tempo, il bonsai è lento.

II ginepro comune (Junìperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
In termini di tempo, il bonsai è lento: il pro­cedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti ac­cettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta.
La pazienza viene considerata dagli orientali come una virtù cardinale: in genere non e e alcun dispiacere nell'avere da aspettare. Tutto ciò si adatta bene al bonsai: aspettare che l'albero maturi fa parte del divertimen­to... come dire che è piacevole invecchiare insieme con il proprio albero. I vecchi bonsai possono addirittura diventa­re un'eredità che passa di generazione in ge­nerazione.

9.- Il Ficus, classico bonsai da interno, riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi e richiede pochissime cure per vivere in salute.

Il genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed era già conosciuto ai tempi degli antichi romani, tanto che la propria denominazione affonda le sue radici etimologiche proprio in quel periodo storico.
Si compone di circa 600 specie, con il 90% di esse diffuse nelle regioni tropicali e subtropicali a clima caldo. Sono piante legnose dalle più svariate dimensioni che vanno dagli enormi Ficus benghalensis, alti alcune decine di metri fino ai piccoli rampicanti, quali i Ficus repens.
Il Ficus è composto da piante arboree o arbustive, talvolta quasi erbacee, sempre caratterizzate da un comune succo lattiginoso (il lattice) che fuoriesce quando vengono incisi il tronco o le foglie. Le foglie sono di molteplici tipi, alcune profondamente lobate, altre intere o a margini ondulati, altre ancora con pochi denti. Generalmente sono alterne e persistenti, raramente opposte, di consistenza piuttosto variabile, e differenti anche nella nervatura; fatto questo che facilita nella distinzione della specie.

10.- Bonsai è l'arte di creare miniature di alberi.

Bonsaiè l'arte di creare miniature di alberi, coltivandoli per anni in un piccolo vaso.
Con questa particolare tecnica si guida infatti del materiale vegetale ad assumere forme e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale.

La storia del bonsai.

Il termine "bonsai" è giapponese ed è costituito dai due ideogrammi 盆栽: il primo significa vassoiocontenitore (bon), mentre il secondo (sai) significa educare e, in senso lato, il coltivare.
Questi alberi in vaso possono essere paragonati a normali piante che sono state "semplicemente" coltivate in maniera migliore, ovvero con cure ed attenzioni di cui generalmente altre piante non necessitano. Per rendere la pianta nel suo complesso più forte ed adatta a sopravvivere in spazi ristretti, si procede alla potatura delle radici fittonanti (quelle che penetrano in profondità nel terreno), al rinvaso periodico e ad adeguate potature dei rami.

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Il manuale del perfetto bonsaista: principali tecniche d'impostazione e di mantenimento.

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Il bonsaista impiega svariate tecniche per dar forma a una comune pianta secondo uno degli stili sopra citati per trasformarla in un bonsai. 

Questo lavoro si articola su un lasso di tempo che dipende dal ritmo di crescita naturale dell'essenza e possono passare parecchi anni affinché la pianta raggiunga la forma che il bonsaista ha voluto darle. 

Quando la pianta è finalmente diventata un bonsai, il lavoro del bonsaista non è finito, perché una cura continua è necessaria al mantenimento della forma ottenuta. Inoltre, il bonsaista può decidere di reimpostare un bonsai, ossia di modificarne più o meno drasticamente la forma o lo stile. 

Qui di seguito alcune delle principali tecniche impiegate dal bonsaista.
Potatura
È la tecnica più importante dell'arte bonsai e ne esistono vari tipi. Quando il bonsaista inizia a impostare una pianta, è sempre indispensabile procedere a una potatura di formazione. Si tratta di un intervento piuttosto drastico nel quale il bonsaista decide quali rami asportare completamente e quali rami accorciare al fine di raggiungere l'armonia necessaria all'ottenimento di un bonsai secondo le regole dello stile prescelto. Lo si esegue prevalentemente a inizio primavera o comunque in momenti in cui la pianta può reagire col necessario vigore.
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Questa potatura dei rami principali può essere ripetuta se il bonsaista sceglie di impostare il suo Bonsai secondo un metodo di "taglia e lascia crescere": dopo una drastica potatura, si permette durante uno o più anni alla pianta di far crescere liberamente i suoi rami o di farne spuntare di nuovi a partire da gemme dormienti, poi si procede a una nuova potatura e così via, finché il bonsai prende la forma desiderata. Questo metodo è importantissimo per dare conicità (una caratteristica estetica essenziale) ai rami e al tronco della pianta.
 
Esistono strumenti specifici per il bonsai, quali pinze a taglio concavo e forbici a manico grosso, per ottenere una potatura che non lasci antiestetici segni nel luogo del taglio.
Esiste poi una potatura più leggera, attraverso la quale i rami di un bonsai formato vengono regolarmente accorciati affinché la forma armonica della pianta non sia modificata. Questo intervento è necessario anche più volte l'anno per essenze a ritmo vegetativo rapido (soprattutto certe latifoglie), mentre si limita a qualche ritocco a intervalli pluriennali per piante a crescita lenta (soprattutto le conifere e piante vecchie).

La defogliazione è una potatura delle foglie che si esegue durante la bella stagione per ragioni estetiche, affinché la pianta produca, dopo alcuni giorni, foglie nuove più piccole e quindi meglio proporzionate al bonsai. Si tratta di produrre una sorta di nuova primavera, un processo dispendioso in energia, ed è quindi un intervento possibile soltanto se la pianta si trova in ottime condizioni di salute. Lo si esegue di solito soltanto se è veramente necessario che il Bonsai abbia foglie più proporzionate alla sua taglia, per esempio quando si desidera esporlo a una mostra. Solo certe latifoglie sono adatte alla defogliazione.
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Il filo
Per dare un aspetto di albero maturo con dei rami orizzontali o addirittura leggermente volti verso il basso a piante giovani e vigorose, che tendono invece a produrre rami che crescono verso l'alto, è spesso necessario correggere la direzione dei rami grazie alla tecnica del filo. Anche le curve del tronco e dei rami devono spesso essere indotte dal bonsaista per ottenere un bonsai di forma accettabile.
 
La tecnica prevede che si avvolgano tronco e rami in spire di filo di metallo (in genere di alluminio o, per rami grossi, anche di rame) e di piegarli, modificandone l'andamento. Può essere utile utilizzare della rafia, avvolgendola a spirale attorno al ramo da trattare col filo, allo scopo di non intaccare il delicato strato esterno del ramo stesso, sede dei condotti linfatici. Dopo un certo tempo, che dipende dall'essenza, il filo metallico è rimosso e il ramo o il tronco si sono fissati nella posizione voluta. Più il ramo è grosso, maggiore sarà il diametro necessario per il filo.
 
La tecnica del filo è assai delicata e necessita di mani esperte, che sappiano applicare tutti gli accorgimenti e gli adattamenti specifici a ogni pianta trattata, al fine di minimizzare lo stress indotto al bonsai. Non tutte le essenze sopportano il filo e in ogni caso un'applicazione errata può produrre la perdita della pianta.
 
Si prenda in considerazione il fatto che il filo utilizzato non deve essere eccessivamente tirato in quanto, con la crescita del bonsai, può causare inestetismi quali cicatrici o incisioni. È consigliabile munirsi di idonea attrezzatura per il taglio del filo onde evitare di danneggiare il bonsai durante l'asportazione del filo stesso.
   
Altre tecniche in breve
Bonsai con jin
Altri metodi, quali pesi e tiranti, permettono di modificare la forma del tronco o di un ramo. Esistono poi tecniche particolari per creare effetti di vetustà nelle piante, trattando tronco, rami e radici. Trattando opportunamente tronchi o rami morti col tempo, sbiancadoli e scortecciandoli, si ottiene un effetto di "pianta colpita dal fulmine", chiamato jin.
 
Nel mantenimento dei bonsai, l'innaffiatura e la concimazione devono essere controllate con grande attenzione. Inoltre, come ogni altra pianta, anche i bonsai sono soggetti a malattie, che vanno prevenute e, al caso, curate.

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Come creare un bonsai.

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albicocco_giapponeseI bonsai si possono ottenere con i seguenti metodi:
  • da seme
  • da talea
  • da margotta
  • da piante da vivaio
  • da piante raccolte in natura
  • da "pre bonsai"
  • da bonsai già formati

Da seme
È il metodo forse più naturale. La semina può avvenire in primavera o in tarda estate-autunno, a seconda delle specie. Per alcuni semi è necessaria la stratificazione: si devono tenere in inverno in mezzo a della sabbia al freddo, poi si piantano a primavera. Il terreno ideale per la germinazione è composto da un 50% di sabbia e da un 50% di terra o torba. I semi vanno piantati in un vaso o una bacinella forati sul fondo per favorire il drenaggio. Il vaso va coperto con del vetro o plexiglas trasparente fino alla germogliazione.

Questa tecnica "raffinata" dovrebbe conseguire ottimi risultati. In alternativa si può evitare di coprire il vaso e lasciare fare tutto a madre natura. Partire da seme è un metodo che richiede molta pazienza: ci vogliono dai 5 ai 7 anni prima di poter avere un bonsai discreto; l'altra faccia della medaglia è che consente di avere piante molto belle, perché si possono impostare fin da giovani seguendo il gusto del bonsaista.
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Da talea
È un metodo più veloce rispetto alla semina. Le talee possono essere semi-legnose o legnose.
Nel primo caso, il periodo migliore per la radicazione è a metà estate (giugno-luglio) perché le talee, per radicare necessitano di calore al piede e costante umidità sulle foglie. Si prende un ramo giovane tagliandolo nettamente, con un coltellino ben affilato, all'altezza di un internodo fogliare, o lasciando un talloncino di corteccia del ramo da cui viene prelevata la talea. Lo si priva di tutte le foglie tranne le due più in cima, poi si taglia la base del ramo a 45 gradi o si lascia il talloncino di corteccia, lo si immerge in una soluzione di ormoni radicanti e lo si pianta nel terreno leggermente inclinato. Il terreno deve essere ben drenante e soffice per agevolare lo sviluppo delle radici: un misto di terriccio e sabbia.

La talea va posta al riparo dai raggi diretti del sole e dal vento. Per agevolare la radicazione si coprono i vasetti contenenti le talee con carta trasparente o sacchetti di plastica sorretti da sostegni metallici; questo per mantenere l'umidità nell'ambiente di radicazione. Si innaffia per aspersione quando il terreno è quasi asciutto. Se tutto va bene nel giro di qualche settimana dovrebbero spuntare delle nuove foglie: a questo punto è bene far prendere un po' di sole alla talea, ma non troppo. Se il vaso è troppo piccolo è utile trapiantare in un vaso più grande nel giro di un paio di mesi, altrimenti lasciate la piantina nello stesso vaso fino alla primavera successiva.
Per le talee legnose si procede in autunno con i rami ormai già ingrossati e lignificati: il procedimento è identico al precedente: bisognerà solo far attenzione a proteggere le radici dal gelo invernale. Il metodo della talea è più veloce rispetto a quello da seme, ma non ha sempre un'alta percentuale di successo; inoltre non tutte le specie si propagano bene per talea, ad esempio la maggior parte di conifere e resinose, ad esclusione dei ginepri che ben si prestano per il tipo di riproduzione.
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Da margotta.
La margotta è un metodo molto rapido per ottenere un bonsai quasi fatto, ma richiede una certa tecnica. Bisogna innanzitutto scegliere un ramo che abbia già una forma interessante, bonsaisticamente parlando, al quale applicare la tecnica che permette di far crescere le radici al ramo. Una volta che saranno apparse le radici, si taglierà il ramo dalla pianta e si rinvaserà, ottenendo così un nuovo alberello.

La margotta può essere effettuata in vari modi. Il primo consiste nell'incidere il ramo fino al cambio con un filo di rame o di ferro e spalmarvi sopra degli ormoni radicanti. Questa incisione va poi coperta con una "caramella" composta da sfagno bagnato avvolto in un telo di plastica. È bene stringere saldamente le estremità della caramella per non far passare aria. Fatto questo non rimarrà che aspettare, mantenendo umido lo sfagno con iniezioni d'acqua, che spuntino le radici. Il tempo di radicazione varia da specie a specie, ma di solito si aggira sui 2 o 3 mesi.

A questo punto si separerà il ramo dalla pianta tagliando sotto le radici e si metterà il ramo in un vaso, sempre con terreno soffice e drenante. Se si ritiene che il ramo abbia troppe foglie è bene tagliarne un po' per non affaticare le giovani radici. È bene tenere la nuova pianta al riparo dal sole e dal vento per almeno un mese.

Un altro metodo consiste nello scortecciare completamente una parte di ramo alta circa una volta e mezzo il diametro del ramo, spargere con ormoni e coprire con la caramella di sfagno e aspettare. Un ulteriore metodo, denominato propaggine non richiede la caramella, dato che il ramo viene posto nel terreno dopo essere stato scortecciato, spalmato di ormoni e ricoperto con la terra. Una volta che ha radicato, lo si separa dalla pianta madre.

La tecnica della margotta si applica ad aprile-maggio, preferibilmente maggio, quando la pianta è nel pieno della spinta vegetativa. Questa tecnica è molto usata perché permette di ottenere buoni risultati e se il ramo non emette radici, cicatrizza e non viene perso, ma si può riprovare l'anno successivo. La margotta è utilizzata, inoltre, non solo per ottenere nuove piante, ma anche per eliminare inestetismi dai bonsai: si può applicarla al tronco per abbassare una pianta troppo alta o per migliorare la forma delle radici (nebari).

Attenzione però: non tutte le specie possono essere margottate: il pino per esempio richiede fino a 2 anni per emettere radici, la margotta risulta così praticamente impossibile.
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Da piante da vivaio
I vivai permettono di reperire del materiale a prezzi accessibili, anche se non è sempre possibile trovare materiale adatto, perché le piante da vivaio non hanno le caratteristiche dei bonsai: sono troppo alte, con tronchi sottili o rami troppo disordinati. È necessario guardare soprattutto il tronco e le radici: le foglie cadono e l'anno successivo si riformano.
Da raccolta in natura
La raccolta in natura è molto problematica: innanzitutto è vietata in Italia sui terreni demaniali, mentre è permessa sui terreni privati, previo consenso del proprietario. Un altro grosso problema è costituito dalla scarsa probabilità di attecchimento delle piante una volta estratte dal terreno. La raccolta si effettua in autunno o primavera, togliendo una zolla di terra contenente le radici, si toglie il fittone e si rinvasa nel terreno più adatto alla specie. Le piante raccolte in natura non vanno lavorate a bonsai per almeno due anni, proprio per dare tempo alla pianta di attecchire nel nuovo vaso.
Da pre-bonsai
I pre-bonsai sono piante coltivate in vivaio, ma pensate da subito per diventare bonsai: si cura l'ingrossamento del tronco e il formare le radici a raggiera. Un pre-bonsai può essere lavorato praticamente quasi subito, sempre che non abbia subito un rinvaso. Il rovescio della medaglia è costituito dal costo, naturalmente più alto rispetto alle piante da vivaio.


Da bonsai già formati
È naturalmente il metodo più veloce, ma non è detto che sia il più semplice: se si compra un bonsai importante è necessario saperlo mantenere. Il prezzo può variare da pochi Euro fino a diverse migliaia di Euro.

I bonsai economici che si comprano nei vivai o nei centri commerciali hanno il grosso difetto di avere un terreno molto argilloso, quindi duro ed impermeabile: è necessario quindi rinvasare appena possibile: in primavera.

Rinvaso e nutrimento
Anche se si tratta di una pianta in miniatura, ciò non significa che essa non cresca: anche per i bonsai, come per altre piante in vaso, si deve considerare periodicamente l'opportunità di un'operazione di rinvaso.

In generale per tutte le piante è consigliabile annaffiare nelle ore meno calde della giornata, al mattino presto o alla sera, per ridurre la differenza di temperatura tra l'acqua e la terra e per limitare l'evaporazione diretta. La quantità d'acqua deve essere congrua con la specie coltivata e la stagione, evitando alla pianta un periodo siccitoso, ma evitando anche gli eccessi: i ristagni d'acqua possono favorire l'insorgere del marciume radicale.

Nelle stagioni di crescita della pianta è altresì consigliata l'aggiunta di fertilizzanti contenti macro-elementi. In base alla specie coltivata possono essere aggiunti, nelle dovute dosi, anche altri tipi di nutrienti (meso-elementi come magnesio o calcio o micro-elementi come ferro o manganese).

Gli Stili

Nella coltivazione bonsaistica i giapponesi hanno dato grande importanza alle regole che riguardano le varie forme che la pianta deve assumere; per questo motivo sono stati creati gli stili che mirano al raggiungimento della perfezione estetica. Gli stili nascono dall'osservazione e dall'imitazione della natura e dei capolavori creati da grandi maestri.

Ogni pianta ha una sua personalità e delle caratteristiche proprie che il bonsaista deve cercare di accentuare il più possibile senza però far perdere la naturalezza propria dell'essere vivente. È importante che l'intervento dell'uomo si noti il meno possibile e lasci immaginare all'osservatore solo l'azione del tempo e delle stagioni.

Qui di seguito una descrizione sommaria dei vari stili. Si noti che se ciascuno degli stili ha delle caratteristiche di base fisse, le regole d'impostazione più precise possono variare.
Eretto formale (Chokkan)
È tipico nelle piante che in natura crescono verso l'alto come le conifere le quali riescono a mantenere vigoria nonostante le condizioni avverse. È uno stile molto vincolante che obbliga a regole fisse, definendo perfettamente la disposizione dei rami e del tronco.

Quest'ultimo sarà rigido e diritto, con il ramo principale, a destra o a sinistra, a circa 1/3 dell'altezza totale, il secondo ramo a 1/3 della distanza tra il primo ramo e l'apice in direzione opposta al primo, il terzo ramo rivolto posteriormente a una distanza pari a 1/3 della distanza fra il secondo ramo e l'apice e così via, con minor attenzione per ciò che riguarda gli ultimi rametti.

Questo stile viene considerato apparentemente impersonale e poco creativo ma è sicuramente il più indicato per tutte le conifere.
Eretto casuale (Moyogi)
In questo caso il bonsai è formato da un tronco più o meno sinuoso. Comune per la maggior parte delle piante, è probabilmente il più semplice da realizzare.
Inclinato (Shakan)
Stile Bonsai caratterizzato da: tronco e vegetazione molto inclinati verso destra o sinistra, radici robuste ed evidenti sulle superficie del terriccio e disposte nella direzione di inclinazione della pianta
Tronchi Gemelli/Madre e Figlio(Sokan)
Stile così chiamato perché composto da due soggetti con le stesse sinuosità e andamento di crescita, uno più grande e uno più piccolo che danno l'idea di una madre che tiene vicino a sé il figlio. La base dei due tronchi è molto ravvicinata e certe volte può essere la stessa. Per una buona riuscita, il punto di separazione dei due tronchi deve essere il più in basso possibile, così da suggerire l'immagine di due alberi completamente autonomi, ma cresciuti vicini per un capriccio del caso.
Scopa Rovesciata (Hokidachi)
È la classica forma di una latifoglia , molto simile ad una scopa rovesciata, con i rami si dipartono pressappoco dallo stesso punto e sono più o meno della stessa lunghezza. Il tronco deve essere visibilmente conico e senza alcuna curva.
Spazzato dal vento (Fukinagashi)
Questo stile ricorda gli alberi che crescono in presenza di vento forte, il quale li porta ad avere rami allungati da una sola parte e un tronco spesso ricco di legna secca o numerose curve.
Cascata / semi-cascata (Kengai / Han-Kengai)
Questo stile simula una pianta che vive aggrappata ad un dirupo dove, piegata dalle intemperie, tende a crescere verso il basso, il tronco si piega subito dopo il nebari (termine che indica le radici in vista e la base del tronco) e spesso l'apice giunge più in basso della base del vaso. Se l'apice si ferma al di sopra del bordo inferiore del vaso si parla di semi-cascata.
Radici su roccia e radici nella roccia (Ishitsuki)
Nello stile a radici sulla roccia, un frammento di roccia sporge dal terriccio del vaso. L'albero cresce abbarbicato sulla roccia. Le radici sono visibili sulla pietra fino al punto in cui penetrano nel terriccio. Il meno frequente è lo stile con radici nella roccia: presenta una o più piante che crescono con le radici completamente inserite negli anfratti della roccia riempiti di terriccio. Le radici in questo caso non si avvinghiano all'esterno della roccia e non scendono fino nel vaso.
Literati (Bunjin)
Lo stile literati è quello più elegante fra tutti e simula un albero nato in un luogo scomodo come ad esempio coperto da altri alberi oppure in una zona spesso colpita da fulmini o da eventi atmosferici. La chioma si sviluppa solo nella parte più alta ed è spesso molto ridotta come anche la dimensione del tronco. L'albero ha infatti speso la maggior parte delle sue energie per crescere in altezza alla ricerca della luce in concorrenza con gli alberi vicini.
A boschetto o gruppo (Yose-Ue)
Si tratta di uno stile molto suggestivo che comprende più piante messe in un vaso basso e largo oppure su lastra. È molto importante la posizione di ogni singola pianta che devono dare una sensazione di profondità sviluppo del boschetto in più anni e soprattutto naturalezza.
A Zattera (Ikada)
o uniti da una stessa radice. Rappresenta un tronco caduto sul fianco che ha dato vita a una nuova vegetazione. Anche in questo caso valgono le regole viste precedentemente in fatto di proporzioni degli alberi e aspetto scenografico. Questa foresta si può realizzare con un albero coricato, dove il tronco fungerà da radice principale che collega tra loro i vari fusti (gli ex rami).

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Il manuale del perfetto bonsaista: Infografiche.

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Potatura del bonsai: 5 video guide.

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Il calendario del perfetto bonsaista: Maggio.

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RINVASO
NO conifere
NO sempreverdi
NO caducifoglie SI se eseguo defogliazione totale o quasi totale
SI fiore/frutto (subito dopa la fioritura)
SI mediterranee/esotiche (a fine mese)
FILO
                                 NO per tutte.  Vedi Aprile
POTATURA e DEFOGLIAZIONE
SI conifere,ma leggera - NO apici - SI candele - SI pizzicatura germogli verdi
NO sempreverdi - SI pizzicatura gemme
SI caducifoglie,ma leggera - SI pizzicatura gemme - SI defogliazione parziale(a fine mese)
NO fiore/frutto
SI mediterranee/esotiche.Ficus a fine mese - SI defogliazione parziale a fine mese - SI pizzicatura gemme
Concimare prima e dopo - nebulizzare molto - eseguire in luna crescente.
Solo se piante in buona salute,scopo fitta ramificazione
CONCIMAZIONE
Per piante già formate: poco,raramente e senza azoto
Per piante in formazione: generosamente,ma con giudizio.
ANNAFFIATURA
Bagnare al mattino e sera (due volte)
Solo la sera se non si ha tempo
nebulizzare spesso le chiome sopra e sotto
PARASSITI
Vedi mesi precedenti.
Per combattere ragnetto rosso/cocciniglia/afidi,asportare meccanicamente con getti d'acqua vigorosi alla chioma delle piante.
Controllare presenza della cocciniglia (al caso usare olio bianco)
CURE
Tenere tutte in pieno sole (tranne le raccolte con poche radici)
Ruotare regolarmente
RACCOLTA
NO yamadori - ormai sono sveglie anche in alta montagna
SI talea - per molte essenze
SI margotta Momento ideale adesso e anche Giugno. Solo per caducifoglie e sempreverdi. Radicano in 2 mesi. Eseguire in luna calante. Usare sfagno in caramella o terra in vaso.
  
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I 10 articoli più cliccati nel mese di Aprile 2013.

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1.- La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata.


La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata, definisce la struttura del bonsai, si eliminano i rami non necessari, o con dei difetti e si crea spazio tra foglie e rami per consentire a tutta la pianta di ricevere aria e luce.
Nella potatura di impostazione si lasciano dei rami non necessari per aumentare il vigore di alcune zone o per fare ingrossare il tronco.
Per equilibrare il vigore dei rami si potano i rami forti e si lasciano crescere quelli deboli, generalmente il vigore maggiore dei rami è verso l'apice e nei rami più alti, controllando le gemme in inverno si può determinare la zona più forte ( gemma grande più vigore, gemma piccola meno vigore).
Il periodo migliore per potare è l'autunno, dopo che cadono le foglie ( per le caducifoglie) oppure prima del risveglio in primavera.


2.- Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Aprile, Maggio e Giugno.

APRILE.
Periodo di grande ripresa vegetativa con ancora qualche rischio di gelate tardive, attenzione quindi a proteggere le specie da esterno più sensibili.
Sospendere le rinvasature delle piante decidue da metà aprile in avanti e quello delle conifere e delle sempreverdi dalla fine di questo mese.
Cominciare a fare margotte di conifere, e preparare talee di sempreverdi, usando la vegetazione dell'anno precedente.
Innaffiamento.
Attendere sempre che il terreno sia asciutto ma, poiché le piante iniziano a vegetare e le giornate assolate sono più frequenti, detto periodo si accorcerà sempre di più, fino ad arrivare al momento di innaffiare tutti i giorni. I Pini, i Ginepri e le conifere in genere vanno annaffiati di meno, che non vuol dire dare meno acqua, bensì dopo che il terreno si é asciugato conviene aspettare ancora un giorno o due prima di irrigare.


3.- L’olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai.

L’Olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai. Non esiste bonsaista che non abbia nella sua collezione, uno o più esemplari di questa bellissima essenza. I motivi della sua grande popolarità si possono spiegare con: la possibilità di vivere sia in casa, sia all’aperto,il portamento elegante e proporzionato, l’estrema facilità di coltivazione e la grande resistenza agli attacchi dei parassiti, sia animali, sia vegetali. Inoltre, la sua notevole adattabilità gli permette di sopravvivere alle intemperanze dei bonsaisti meno esperti, i quali trovano in questo bonsai il miglior banco di prova per saggiare le proprie capacità, allontanando il rischio di “lasciare morti sul campo”.

4.- Azalea, bonsai del portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.

AZALEA (Rhododendron)
L’Albero delle rose (rhododendron) è il nome in latino di questo bonsai dal portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di struttura e di colore dei fiori, ma tutte sono adatte alla coltivazione a bonsai.
Infatti, la splendida fioritura, le piccole foglie, il tronco rugoso con le radici di base (nebari) che si allargano a raggiera, sono qualità che permettono di realizzare in pochi anni, degli esemplari di notevole effetto. l
L'azalea non costituisce un genere a sé ma rientra nel genere dei rhododendron. Tale genere si divide in due gruppi: i rododendri, grandi arbusti sempreverdi o decidui, e le azalee, arbusti nani sempreverdi, a foglie verdi, oppure piccoli e decidui.


5.- Come ottenere ogni anno una buona fioritura dei melograni.

Quest’articolo spiega come ottenere ogni anno una buona fioritura dei Melograni. Applicando le tecniche adeguate i risultati non tarderanno ad arrivare.
Famiglia: Punicaceae Genere: Punica
Specie: Punica granatum; Punica Protopunica
Punica granatum var. Nana
Punica granatum var. Nejikan
Il melograno (Zakuro, in giapponese) può raggiungere i 3-5 m d’altezza; si presenta eretto e molto ramificato, con rami un poco spinosi. I più giovani hanno la corteccia rossiccia e liscia, mentre nel tronco e nei rami vecchi la corteccia è grigio-cinerea e screpolata. In soggetti annosi, si nota un movimento di corteccia con andamento attorcigliato. Originario della Persia, fu introdotto nel Mediterraneo già nell'antichità; in Italia si può trovare, inselvatichito, al sud. E’ una pianta che s’incrocia molto facilmente, perciò esistono infinite varianti tra pianta e pianta, che tuttavia non devono essere considerate come varietà, salvo che non presentano caratteristiche stabili attraverso generazioni successive.

6.- L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai

L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai. Le foglie a cinque punte, che cambiano colore a seconda della stagione, conferiscono a questa pianta un fascino ed un’eleganza difficilmente riscontrabili in altre essenze.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di forma, grandezza e colore ma, volendo descrivere solo quelle normalmente reperibili sul mercato, possiamo dividere gli Aceri palmati in tre categorie: Acer palmatum, Acer palm. rubrum, Acer palm. deshojio.


7.- Il Ficus, classico bonsai da interno, riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi e richiede pochissime cure per vivere in salute.

Il genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed era già conosciuto ai tempi degli antichi romani, tanto che la propria denominazione affonda le sue radici etimologiche proprio in quel periodo storico.
Si compone di circa 600 specie, con il 90% di esse diffuse nelle regioni tropicali e subtropicali a clima caldo. Sono piante legnose dalle più svariate dimensioni che vanno dagli enormi Ficus benghalensis, alti alcune decine di metri fino ai piccoli rampicanti, quali i Ficus repens.
Il Ficus è composto da piante arboree o arbustive, talvolta quasi erbacee, sempre caratterizzate da un comune succo lattiginoso (il lattice) che fuoriesce quando vengono incisi il tronco o le foglie. Le foglie sono di molteplici tipi, alcune profondamente lobate, altre intere o a margini ondulati, altre ancora con pochi denti. Generalmente sono alterne e persistenti, raramente opposte, di consistenza piuttosto variabile, e differenti anche nella nervatura; fatto questo che facilita nella distinzione della specie.


8.- Come accorciare I tempi: In termini di tempo, il bonsai è lento

II ginepro comune (Junìperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
In termini di tempo, il bonsai è lento: il pro­cedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti ac­cettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta.

9.- Bonsai è l'arte di creare miniature di alberi.

Bonsaiè l'arte di creare miniature di alberi, coltivandoli per anni in un piccolo vaso.
Con questa particolare tecnica si guida infatti del materiale vegetale ad assumere forme e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale.


La storia del bonsai.

Il termine "bonsai" è giapponese ed è costituito dai due ideogrammi 盆栽: il primo significa vassoiocontenitore (bon), mentre il secondo (sai) significa educare e, in senso lato, il coltivare.

10.- Quercia, simbolo di forza e maestosità.


La quercia, fin dall’antichità, è citata come simbolo di forza, di maestosità e di lunga vita.
In effetti, il bonsai di Quercia irradia una senzazione di potenza e vigoria, che poche altre piante riescono a trasmettere. Il tronco è robusto e squamato, i rami sono potenti e affusolati, mentre le foglie, alterne e dentate, possono resistere anche due anni prima di cadere; infine, la produzione delle ghiande evoca nell’osservatore dolci ricordi giovanili. Le specie di questa famiglia sono moltissime ( Farnia, Rovere, Cerro, Leccio, Sughera, ecc.) ma in questo capitolo parleremo della Roverella .
Questa pianta, che deve il suo nome (Quercus pubescens) alla microscopica peluria presente sulla pagina inferiore delle foglie, in natura vegeta benissimo sia nel caldo della Sicilia, sia nel freddo delle Alpi, fino ai 1500 metri di altitudine; sopporta i terreni calcarei e resiste molto bene alla siccità. Le doti di resistenza appena elencate, unite all’aspetto maestoso ed affascinante, anno permesso a
  
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Propagazione del bonsai per innesto, tecnica che si applica normalmente ad alberi dotati di un buon tronco.

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4f7b7defL’innesto è una tecnica che si applica normalmente ad alberi dotati di un buon tronco ma con vegetazione scarsa o non interessante.

Viene allora asportata la chioma e sul tronco rimasto (portainnesto) vengono innestate una o più parti aeree di un altro individuo.

L'innesto può essere effettuato in vari modi.

Nella pratica si mettono a contatto le parti in moltiplicazione di due diversi individui e si tengono unite mediante legature fino a che i due individui formeranno un'unica struttura.


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Propagazione del bonsai per talea.

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2ceab3c1Scelto un ramo, va reciso in modo netto e collocato direttamente in vaso per radicare. 

Non tutte le specie possono dare successo con questa pratica.

Si possono distinguere talee legnose, ottenute da rami già lignificati, od erbacee, ottenute da parti ancora verdi, non lignificate.

Di solito queste ultime sono di più facile attecchimento mentre per le prime può essere utile far ricorso a sostanze ormonali stimolanti.


Prima di essere piantata la talea dovrà essere ripulita e dovranno essere lasciate poche foglie.

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Propagazione del bonsai per margotta, è il metodo più efficace per ottenere esemplari con tronchi di grandi dimensioni.

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7fa81bd5E’ il metodo più efficace per ottenere bonsai con tronchi di grandi dimensioni e consiste nel far produrre nuove radici dalla parte di tronco o dal ramo che si intende utilizzare.

L'operazione si effettua prima della ripresa vegetativa (febbraio) per le specie europee, a primavera inoltrata (maggio) per le specie tropicali, quando si raggiungono le condizioni ottimali di luce, umidità e calore.

Scelto il punto che deve diventare la base del nuovo fusto, si effettua un'incisione profonda, circolare, lungo tutta la corteccia.


Sulla parte incisa viene applicata una buona quantità di torba di sfagno umida che viene trattenuta sulla lesione avvolgendola con una pellicola di plastica trasparente; questa permetterà il mantenimento di una situazione di elevata umidità che favorirà l'emissione, a partire dalle gemme di riserva, delle nuove radici.

Il tutto dovrà essere ricoperto con carta stagnola per garantire un ambiente buio. Ad intervalli regolari si dovrà asportare la stagnola per un controllo della crescita, facendo poi attenzione a ricostituire l'ambiente iniziale. Dopo un periodo variabile da 2 mesi per un Ficus a 2 - 3 anni per una conifera, si saranno prodotte delle radici avventizie sufficienti per poter sostenere la nuova pianta.


Si procederà allora alla divisione dei due esemplari e all'invasatura della nuova pianta.

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La semina (Misho) è la metodologia più corretta per aumentare al massimo le possibilità di germinazione delle sementi.

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40_fotos_bonsai_html_78c62601La metodologia più corretta per aumentare al massimo le possibilità di germinazione delle sementi. Con un'ottica rivolta al mondo dei bonsai.

Iniziare la coltivazione di un bonsai partendo dal seme è certamente il metodo più lungo, tuttavia da più soddisfazione in quanto si vede nascere il proprio albero, crescere dall'inizio alla fine e inoltre permette di ottenere alberi molto robusti e vigorosi.

Una cosa da chiarire è che non esistono sementi speciali di alberi nani adatti alla formazione di bonsai, ma pressoché tutti i bonsai possono essere ottenuti dai comuni semi degli alberi.

Si possono ottenere bonsai molto belli sempre che si abbia la pazienza necessaria per attendere quel numero di anni di cui la pianta ha bisogno per assumere la sua forma caratteristica.

Questo tipo di coltivazione dà l'enorme piacere di godere fin dall'inizio dello sviluppo di piccoli alberi, che presenteranno ciascuno caratteristiche proprie, differenziandosi non solo gli uni dagli altri, ma anche dalla pianta madre, ed è un'esperienza molto bella quella di vedere come le piante così giovani siano duttili e disponibili a realizzare qualsiasi effetto si voglia ottenere da loro.

Comunque tenete ben presente che quando partite da seme, non state coltivando dei bonsai, ma state preparando del materiale vegetale che presumibilmente, dopo diversi anni, potrà essere educato a tale arte.
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Storia, tipi, accesori e cura del Bonsai [Infografica].

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Il meglio di Hobby Bonsai nel mese di Maggio 2013: i 10 articoli più cliccati.

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1.- La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata.


La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata, definisce la struttura del bonsai, si eliminano i rami non necessari, o con dei difetti e si crea spazio tra foglie e rami per consentire a tutta la pianta di ricevere aria e luce.
Nella potatura di impostazione si lasciano dei rami non necessari per aumentare il vigore di alcune zone o per fare ingrossare il tronco.
Per equilibrare il vigore dei rami si potano i rami forti e si lasciano crescere quelli deboli, generalmente il vigore maggiore dei rami è verso l'apice e nei rami più alti, controllando le gemme in inverno si può determinare la zona più forte ( gemma grande più vigore, gemma piccola meno vigore).
Il periodo migliore per potare è l'autunno, dopo che cadono le foglie ( per le caducifoglie) oppure prima del risveglio in primavera.

2.- Azalea, bonsai del portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.

AZALEA (Rhododendron)
L’Albero delle rose (rhododendron) è il nome in latino di questo bonsai dal portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di struttura e di colore dei fiori, ma tutte sono adatte alla coltivazione a bonsai.
Infatti, la splendida fioritura, le piccole foglie, il tronco rugoso con le radici di base (nebari) che si allargano a raggiera, sono qualità che permettono di realizzare in pochi anni, degli esemplari di notevole effetto.
L'azalea non costituisce un genere a sé ma rientra nel genere dei rhododendron. Tale genere si divide in due gruppi: i rododendri, grandi arbusti sempreverdi o decidui, e le azalee, arbusti nani sempreverdi, a foglie verdi, oppure piccoli e decidui.


3.- L’olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai.

L’Olmo è sicuramente l’albero più utilizzato nella tecnica bonsai. Non esiste bonsaista che non abbia nella sua collezione, uno o più esemplari di questa bellissima essenza. I motivi della sua grande popolarità si possono spiegare con: la possibilità di vivere sia in casa, sia all’aperto,il portamento elegante e proporzionato, l’estrema facilità di coltivazione e la grande resistenza agli attacchi dei parassiti, sia animali, sia vegetali. Inoltre, la sua notevole adattabilità gli permette di sopravvivere alle intemperanze dei bonsaisti meno esperti, i quali trovano in questo bonsai il miglior banco di prova per saggiare le proprie capacità, allontanando il rischio di “lasciare morti sul campo”.


4.- L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai.

L’Acero palmato è sicuramente uno degli alberi più belli da coltivare come Bonsai. Le foglie a cinque punte, che cambiano colore a seconda della stagione, conferiscono a questa pianta un fascino ed un’eleganza difficilmente riscontrabili in altre essenze.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di forma, grandezza e colore ma, volendo descrivere solo quelle normalmente reperibili sul mercato, possiamo dividere gli Aceri palmati in tre categorie: Acer palmatum, Acer palm. rubrum, Acer palm. deshojio.

5.- ll calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Aprile, Maggio e Giugno

APRILE.
Periodo di grande ripresa vegetativa con ancora qualche rischio di gelate tardive, attenzione quindi a proteggere le specie da esterno più sensibili.
Sospendere le rinvasature delle piante decidue da metà aprile in avanti e quello delle conifere e delle sempreverdi dalla fine di questo mese.
Cominciare a fare margotte di conifere, e preparare talee di sempreverdi, usando la vegetazione dell'anno precedente.
Innaffiamento.
Attendere sempre che il terreno sia asciutto ma, poiché le piante iniziano a vegetare e le giornate assolate sono più frequenti, detto periodo si accorcerà sempre di più, fino ad arrivare al momento di innaffiare tutti i giorni. I Pini, i Ginepri e le conifere in genere vanno annaffiati di meno, che non vuol dire dare meno acqua, bensì dopo che il terreno si é asciugato conviene aspettare ancora un giorno o due prima di irrigare.

 

6.- La semina (Misho) è la metodologia più corretta per aumentare al massimo le possibilità di germinazione delle sementi.

APRILE.
Periodo di grande ripresa vegetativa con ancora qualche rischio di gelate tardive, attenzione quindi a proteggere le specie da esterno più sensibili.
Sospendere le rinvasature delle piante decidue da metà aprile in avanti e quello delle conifere e delle sempreverdi dalla fine di questo mese.
Cominciare a fare margotte di conifere, e preparare talee di sempreverdi, usando la vegetazione dell'anno precedente.
Innaffiamento.
Attendere sempre che il terreno sia asciutto ma, poiché le piante iniziano a vegetare e le giornate assolate sono più frequenti, detto periodo si accorcerà sempre di più, fino ad arrivare al momento di innaffiare tutti i giorni. I Pini, i Ginepri e le conifere in genere vanno annaffiati di meno, che non vuol dire dare meno acqua, bensì dopo che il terreno si é asciugato conviene aspettare ancora un giorno o due prima di irrigare.


7.- Quercia, simbolo di forza e maestosità.


La quercia, fin dall’antichità, è citata come simbolo di forza, di maestosità e di lunga vita.
In effetti, il bonsai di Quercia irradia una senzazione di potenza e vigoria, che poche altre piante riescono a trasmettere. Il tronco è robusto e squamato, i rami sono potenti e affusolati, mentre le foglie, alterne e dentate, possono resistere anche due anni prima di cadere; infine, la produzione delle ghiande evoca nell’osservatore dolci ricordi giovanili. Le specie di questa famiglia sono moltissime ( Farnia, Rovere, Cerro, Leccio, Sughera, ecc.) ma in questo capitolo parleremo della Roverella .
Questa pianta, che deve il suo nome (Quercus pubescens) alla microscopica peluria presente sulla pagina inferiore delle foglie, in natura vegeta benissimo sia nel caldo della Sicilia, sia nel freddo delle Alpi, fino ai 1500 metri di altitudine; sopporta i terreni calcarei e resiste molto bene alla siccità. Le doti di resistenza appena elencate, unite all’aspetto maestoso ed affascinante, anno permesso a questa essenza di diventare una delle specie più utilizzate nella tecnica bonsai.


8.- Come ottenere ogni anno una buona fioritura dei melograni.

Quest’articolo spiega come ottenere ogni anno una buona fioritura dei Melograni. Applicando le tecniche adeguate i risultati non tarderanno ad arrivare.
Famiglia: Punicaceae Genere: Punica
Specie: Punica granatum; Punica Protopunica
Punica granatum var. Nana
Punica granatum var. Nejikan
Il melograno (Zakuro, in giapponese) può raggiungere i 3-5 m d’altezza; si presenta eretto e molto ramificato, con rami un poco spinosi. I più giovani hanno la corteccia rossiccia e liscia, mentre nel tronco e nei rami vecchi la corteccia è grigio-cinerea e screpolata. In soggetti annosi, si nota un movimento di corteccia con andamento attorcigliato. Originario della Persia, fu introdotto nel Mediterraneo già nell'antichità; in Italia si può trovare, inselvatichito, al sud. E’ una pianta che s’incrocia molto facilmente, perciò esistono infinite varianti tra pianta e pianta, che tuttavia non devono essere considerate come varietà, salvo che non presentano caratteristiche stabili attraverso generazioni successive.


9.- Come accorciare I tempi: In termini di tempo, il bonsai è lento.

II ginepro comune (Junìperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai. In termini di tempo, il bonsai è lento: il pro­cedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti ac­cettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta. La pazienza viene considerata dagli orientali come una virtù cardinale: in genere non e e alcun dispiacere nell'avere da aspettare. Tutto ciò si adatta bene al bonsai: aspettare che l'albero maturi fa parte del divertimen­to... come dire che è piacevole invecchiare insieme con il proprio albero. I vecchi bonsai possono addirittura diventa­re un'eredità che passa di generazione in ge­nerazione.


10.- Il Ficus, classico bonsai da interno, riesce a vegetare bene in ambienti poco luminosi e richiede pochissime cure per vivere in salute.

Il genere Ficus appartiene alla famiglia delle Moraceae ed era già conosciuto ai tempi degli antichi romani, tanto che la propria denominazione affonda le sue radici etimologiche proprio in quel periodo storico.
Si compone di circa 600 specie, con il 90% di esse diffuse nelle regioni tropicali e subtropicali a clima caldo. Sono piante legnose dalle più svariate dimensioni che vanno dagli enormi Ficus benghalensis, alti alcune decine di metri fino ai piccoli rampicanti, quali i Ficus repens.
Il Ficus è composto da piante arboree o arbustive, talvolta quasi erbacee, sempre caratterizzate da un comune succo lattiginoso (il lattice) che fuoriesce quando vengono incisi il tronco o le foglie. Le foglie sono di molteplici tipi, alcune profondamente lobate, altre intere o a margini ondulati, altre ancora con pochi denti. Generalmente sono alterne e persistenti, raramente opposte, di consistenza piuttosto variabile, e differenti anche nella nervatura; fatto questo che facilita nella distinzione della specie.
  
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