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Creare i Daiza (terza e ultima parte)

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Nella fase iniziale del lavoro di scavo, si accelerano i tempi utilizzando la fresa montata su braccio fisso.




Per mia esperienza, consiglio di procedere togliendo prima la porzione centrale interna dello scavo con fresa larga. Seguire poi la traccia del perimetro, segnata a penna, con la fresa cilindrica più piccola. In questo modo, si allenta la pressione, la resistenza passiva della massa interna, favorendo un maggior controllo sulla punta. Avere la punta con le "spalle libere", renderà più fluido, leggero e preciso il gesto di seguire la traccia.
Fatto grossolanamente lo scavo per alloggiare la pietra nel legno utilizzando la fresa su braccio fisso, passiamo a lavorare di fino con frese piccole del dremel montate su prolunga tenuta a mano libera ed usando la carta carbone tra legno e pietra per rilevare i punti di contatto dove ritoccare.


Anche una pietra così apparentemente piatta nella base e semplice nei bordi, ad ogni prova, rivela lo spostamento irregolare della linea di contorno dello scavo.

La pendenza verso l'interno del bordo l'ottengo con facilità usando i cilindri abrasivi.


il piccolo cilindro abrasivo montato su braccio di prolunga è la mia sgorbia, il mio lavoro a mano libera, la matita con cui correggo il disegno del mio daiza.






Con il cilindro abrasivo cancello le bruciature causate dalle frese, raccordo ed ammorbidisco;


L'altezza del cilindro corrisponde: creo così contemporaneamente due piccole cornici. Potrò adeguare l'altezza del cilindro abrasivo alle mie necessità, tagliandolo.
Per assottigliare una tavola sino allo spessore desiderato, puoi:
1) Dividerla o farla dividere nel senso dello spessore, quando la sua altezza è tale da consentire di ottenerne due.
2-3) Piallarla, oppure fresarla sino allo spessore desiderato.

Questa ultima soluzione non porta via molto tempo e non disturba eccessivamente il respiro, soprattutto nel caso di utilizzo di legni come il mogano, che crea una segatura non polverosa ma "secca" e pulita.

Preferisco la fresa alla sega anche per il taglio perimetrale.
Con la sega, per eseguire curve strette, dobbiamo tracciare un insieme di tagli che siano aderenti alla curva, ritornandoci su più e più volte. Con la fresa a punta sottile, il disegno di intaglio risulta preciso,


dobbiamo solamente ripetere il passaggio abbassandoci gradualmente, per non surriscaldare troppo la punta, sforzandola.




In una pietra della Categoria "Pietre Oggetto", non solo è fondamentale la giusta scelta del fronte, ma lo è altrettanto la scelta dell'inclinazione della pietra nel daiza, onde ottimizzarne la capacità espressiva: perciò non solo ricerca di equilibrio, ma anche di movimenti che interpretino il sentimento intravisto in quella forma.




La corretta realizzazione dello scavo interno e della schiena o pancia è determinante nella buona riuscita di un daiza: un muro esterno fluido ed armonioso è la conseguenza di una buona strutturazione.





Per segnare appunti e le linee di perimetro per lo scavo, io non uso mine o matite: troppo mi innervosisce la frequente rottura della punta. La linea da tracciare è sovente né semplice o lineare; spesso segue strette e profonde rientranze che sono vere)
Quando traccio la linea di perimetro per lo scavo, inizio segnando leggermente indietro all'interno.

Mano a mano che la pietra scende, riscrivo la linea più e più volte, in maniera da accompagnare i fianchi della pietra anche nei sotto-squadra (e sono sempre tanti).


Se io scavo nello scasso interno dei fianchi diritti, comandati dalla massima circonferenza della pietra, quando vado ad abbassare il bordo, mi ritrovo con uno spazio vuoto tra bordo esterno della pietra e bordo interno del legno.




Se io scavo nello scasso interno dei fianchi diritti, comandati dalla massima circonferenza della pietra, quando vado ad abbassare il bordo, mi ritrovo con uno spazio vuoto tra bordo esterno della pietra e bordo interno del legno.






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Una particolare cura nella costruzione del bonsai deve essere dedicata alla impostazione di un buon apparato radicale.

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1ccb1c51Una particolare cura nella costruzione del bonsai deve essere dedicata alla impostazione di un buon apparato radicale. Benché la parte più evidente sia l'attacco delle radici alla base del tronco, anche la parte non visibile deve essere costruita in modo perfetto (o quasi) per essere funzionale al massimo. 

Detto in due parole gli obiettivi da raggiungere nel costruire l'apparato radicale sono i seguenti: il primo è quello estetico, che riguarda la parte visibile di radici alla base del tronco, quello che i giapponesi chiamano nebari; il secondo, non meno importante del primo, è quello funzionale. Nel ridotto spazio del vaso dobbiamo ottenere lo stesso grado di funzionalità che in natura si ottiene con un sistema di radici che si espande nel terreno in modo molto più ampio. 

Per quel che riguarda l'aspetto estetico, è considerata una buona disposizione quella che così si presenta:

- radici principali che si dipartono a raggiera dal piede dell'albero;

- dimensioni delle radici ben proporzionate con quelle del tronco;
- la loro rugosità deve essere la naturale continuazione del tronco.

Le radici si devono affondare dolcemente nel terreno senza lasciare antiestetici vuoti; devono suggerire all'osservatore un senso di stabilità dell'albero. Riguardo l'aspetto funzionale, che deve essere efficiente al massimo, lo scopo da raggiungere è quello di ridimensionare i condotti di trasporto dell'acqua, accorciandoli ed eliminando ai trapianti quelli troppo vecchi in modo tale

Fig. 1. Radice a fittone unico. Asportare il fittone per promuovere una radicazione orizzontale.
 
da avere piccole radici, quelle che effettivamente assorbono attraverso i peli radicali, nelle immediate vicinanze della base del tronco, per poter essere contenute nel vaso. Vediamo come si può presentare l'apparato radicale del materiale di partenza e che quindi non ha ancora subito interventi. La Fig. 1 mostra il caso di una radice a fittone. 

Il fittone è una radice che cresce perpendicolarmente verso il basso e serve principalmente ad ancorare l'albero al terreno; da esso si dipartono le radici secondarie le quali si suddividono in radici sempre più piccole; la funzionalità di ancoraggio al terreno in un bonsai non serve, per cui il fittone può essere rimosso. Esso deve essere asportato risparmiando due o tre radici sopra il taglio. 

Le radici rimaste saranno le radici principali del nostro bonsai. Nel caso non ci siano radici secondarie nelle immediate vicinanze del tronco, cioè all'inizio del fittone, l'operazione di accorciamento del fittone dovrà essere eseguita in due tempi asportando gradualmente differenti porzioni di radici, per dare la possibilità all'albero di ricostruire le radici secondarie. Nel caso che la radice a fittone sia doppia o si divida nelle immediate vicinanze del piede dell'albero, possiamo considerarci più fortunati. 

Possiamo infatti accorciare drasticamente una delle due radici, mantenendo la seconda per un anno o due sino a quando un sufficiente numero di radici si sia sviluppato, Fig 2.

Fig. 2. Fittone doppio. Potare in due tempi, prima una radice fittonante e dopo 1-2 anni asportare la seconda.
Chiaramente nel lavoro di ricostruzione dell'apparato radicale, a differenza della parte aerea che può essere tenuta costantemente sotto controllo durante tutta la stagione vegetativa, si può intervenire e correggere solo una volta all'anno al momento del rinvaso in primavera prima che la pianta entri in vegetazione. 

Durante i primi trapianti e rinvasi dell'albero è bene disporre le radici orizzontalmente a raggiera in modo che sin dall'inizio crescano nella posizione corretta, Fig. 3.

Fig. 3. Disporre già al primo trapianto le radici a raggiera dopo averle districate tra loro e accorciate.
Durante i successivi rinvasi si dovrà penalizzare di più con la potatura quelle radici che vanno verticalmente verso il basso e lasciare più lunghe quelle che crescono orizzontali, Fig 4.

Fig. 4. Potatura del pane radicale, accorciare di più le radici che crescono direttamente verso il basso e meno quelle che crescono orizzontalmente.
 
Più ramificazioni secondarie ci sono sulle radici disposte a raggiera, più queste ingrosseranno. La regola da ricordare è: più scorre la linfa, più le fibre aumentano, di conseguenza aumenta anche il volume della radice. Come al solito le regole sono fatte per non essere rispettate, così capita che un bonsai può essere bello anche se non ha una disposizione delle radici perfetta e nel suo particolare contesto, anche in assenza di radici visibili la pianta può essere attraente e interessante. Con semplici esempi cerchiamo ora di riassumere i punti fondamentali affrontati finora per rendere accettabile esteticamente il nebari.

1. Buona disposizione di radici a raggiera per uno stile eretto. Fig. 5.

2. Buona disposizione di radici per un albero con andamento inclinato del tronco, Fig. 6. P.E. La radice di destra dà un senso di stabilità e ancoraggio dell'albero che si protende a sinistra.
3. Mancanza di radici alla base del tronco, Fig. 7.
4. Radici ben disposte ma troppo piccole.Bisogna migliorare l'aspetto aumentandone il volume, Fig. 8.
5. Spazi di luce tra radice e terreno, Fig. 9.
6. Radici a monconi, derivati da una potatura errata, Fig. 10.
7. Disegno sbilanciato, radici da un solo lato Fig, 11. L"aspetto si può migliorare, praticando piccoli fori o graffiando sino al cambio la base del tronco. È necessario stimolare con ormone radicale e coprire con sabbia e torba. Un po' più difficoltoso l'innesto di radice o l'innesto per approssimazione di un giovane soggetto che dona le sue radici all'albero di cui si vuole migliorare l'aspetto.
8) Radici incrociate da evitare, Fig. 12
9) Con l'aiuto di un sasso o due posto alla base del tronco si può creare una illusione ottica, facendo apparire il piede dell'albero più grande, Fig. 13.

L'apparato radicale all'interno del vaso dovrebbe essere distribuito in modo equo in tutte le regioni del contenitore, e le radici stesse dovrebbero crescere equidistanti tra loro. Approfittare quindi del momento del trapianto per potare e diradare le radici. 
 
Molte volte, quando le piante non sono giovanissime e soprattutto quando si tratta di conifere, è molto difficoltoso sfaldare completamente il pane radicale e quindi non è consigliabile farlo. In questi casi è preferibile asportare la porzione periferica con un grosso coltello trancia radici, oppure tagliare degli spicchi, alternando i punti di intervento negli anni, in modo da operare una rotazione. In questo modo si riesce ad asportare parte delle radici alleggerendo la zolla e a creare nello stesso tempo lo spazio per il ricambio del terreno, il tutto senza alterare troppo gli equilibri dell'albero.

Fig.5 Buona disposizione di radici a raggiera

Fig.6 Buona disposizione di radici per un albero con tronco inclinato

Fig. 7 Mancanza di radici alla base del tronco

Fig. 8 Radici ben disposte ma troppo piccole

Fig. 9 Spazi vuoti tra terreno e radici

Fig. 10 Radici a monconi

Fig. 11 Disegno sbilanciato, radici solo da una parte

Fig. 12 Radici che si incrociano

Fig. 13 Migliorare la base del tronco con il posizionamento di un sasso al piede dell'albero

Fig. 14 Disfare il pane radicale con l'aiuto di un bastoncino o di un rampino

Fig. 15 Asportazione della parte periferica del pane radicale con una grossa lama affilata

Fig 16 Asportazione parziale a spicchi del pane radicale, consigliato per le conifere

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Pino Nero Thunbergii tra le specie più apprezzate come bonsai.

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Pino nero thunbergiiVolevo condividere con voi tutti il primo step d'impostazione su uno shohin di pino.

 

Il Pino Nero Thunbergii genere Pinus, appartiene alla famiglia delle Pinaceae, a cui appartengono anche l'Abete, la Picea e il Larice.

 

Sono tra le specie più apprezzate come bonsai perchè è una pianta molto longeva e anche coltivata come bonsai, può vivere anche per centinaia di anni.

 

Acquistai questo piccolo bonsai d'importazione giapponese lo scorso anno dopo esserne stato colpito sia dallo stile inusuale, che dal suo movimento, tanto strano quanto intrigante.


Fino al momento di questa prima impostazione, non ho fatto che cercare di farlo ambientare per bene e di tenerlo al top della vigoria.


Dopo avergli fatto un'attenta selezione degli aghi e tolto tutte le parti troppo deboli, sotto la guida di Luca ho pian piano messo a filo tutta la ramificazione andando ad aprirla e sistemandola in maniera che possa ricevere quanta più luce ed aria possibile.


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fonte: Napoli Bonsai Club

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Giappone: la natura e l'anima delle cose.

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Ogni cultura ha qualcosa da insegnare alle altre e in particolare modo, secondo me, quella giapponese può aiutare noi europei a recuperare un rapporto con la natura che per molti sta diventando sempre più alieno e distorto. Noi la stiamo sempre più escludendo dalla nostra vita.
Un primo carattere dell'arte giapponese, è quello della ricerca di una schiettezza che veli o nasconda ogni senso d'artificio.

L'uomo giapponese non si contrappone alla natura, non vuole correggerla né modificarla; alla natura non comanda, ubbidisce; fa talmente parte del mondo e si sente così unito con l'inconsapevole fluire delle cose, che non ardisce separarsi da quell'organismo alla cui vita invece vuole aderire con passiva appartenenza.

Compito dell'arte non è dunque, in Giappone, architettare nuovi mondi, ove l'uomo rivaleggi col Creatore nell'immaginare arcane combinazioni di forme nuove. Il giapponese è soprattutto "natura"... ecco perché adatta la sua vita e la sua arte al ritmo delle stagioni; la primavera fiorisce anche nelle sue vene, ed i rigori dell'inverno che ammantano i villaggi di nevosi silenzi, contristano il suo spirito dello stesso rassegnato illanguidimento delle cose: è il momento del "sabi e wabi": solitudine triste e rassegnata che si prova solamente in Giappone.


Zelkove (in perfetto stile hokidachi, a scopa rovesciata)

La casa classica giapponese è lo specchio della natura; le pitture (kakejuku) si avvicendano, a seconda dei mesi, nel "Tokonoma", piccola alcova in cui è inserito come drappo una poesia o pittura relativa alla stagione che si sta vivendo, e così pure i bonsai nel "tokonoma". Anche le vesti imitano i disegni e i colori che il corso dell'anno traccia sulla terra. Nella casa giapponese alita il respiro del mondo. Non è come la nostra casa che isola l'uomo e lo circoscrive come in una fredda astrazione ove l'uomo trionfa, ma tace la natura; trova se stesso, ma non gli giunge l'anima delle cose.

A noi occidentali la natura appare come un vasto regno meraviglioso, da ammirare, ma del quale ormai, incedendovi noi da signori e padroni, non esiste più ombra di mistero. In esso tutto è chiaro, ridotto a leggi precise e fisse che svelandone l'intimo moto ce ne danno il possesso. I giapponesi, invece, trascinati da un arrendevole abbandono dalle sue vicende, amano sprofondarsi in questa natura.

Con affettuosa sensibilità partecipano al travaglio della vita cosmica, a quell'avvicendarsi di luci, colori, languori e fremiti che noi chiamiamo ritmo delle stagioni. L'uomo non subisce le stagioni difendendosene, sfuggendovi o adattandovisi, ma ne sente in se stesso germinare il misterioso processo. Se fa caldo noi ci rifugiamo in luoghi alpestri; se fa freddo corriamo dove la temperatura è mite. Il nostro insomma è un evadere le leggi del mondo. Il giapponese non protegge la casa dal rigore invernale o dall'afa estiva: vuole partecipare ai brividi della natura, ai suoi languori e alle sue febbri.

Con pareti sottili di legno, la casa classica giapponese, senza vetri, è un tetto più che un riparo. L'interno poi ci colpisce per la sua povertà nuda che è sfarzo. Una certa parvenza di sfoggio si può eventualmente trovare soltanto nel "tokonoma", quadro magico evocatore della stagione che a volte mostra un ramo di ciliegio in fiore, un crisantemo, oppure un ramo invernale la cui nudità un qualche uccello smarrito riscalda. Ci sono poi, i "bonsai".

Esemplari in miniatura che riproducono i contorcimenti e le nodosità delle piante millenarie sulle quali si sono provate le tempeste e i venti. E' così che il "tokonoma" intorno a cui si svolge la vita domestica, diventa una proiezione del mondo, sulla quale ruotano le vicende del tempo. Così l'uomo, pur nello stretto spazio della casa, partecipa al ciclo delle stagioni, ne avverte il ritmo.

Si racconta che nel mezzo dell'inverno, un signore di Yamashima si recò improvvisamente nella sua villa: c'era tanta neve per terra. Scese da cavallo e bussò alla porta del giardino, e già si spazientiva per l'attesa insolentemente lunga, quando, ansimante e correndo lungo la siepe che cingeva la villa, spuntò il domestico, il quale ai rimbrotti si scusò di quel ritardo: aveva fatto un gran giro perché le sue orme non affondassero nel verginale biancore della neve e il padrone potesse goderne la serenità immacolata. Una poetessa giapponese del X sec. ha scritto:

Se l'uomo che attendo
adesso venisse come mi piacerebbe
che la neve del giardino
fosse calpestata!
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Imparando dalla Natura con cesoie e filo, ma anche con il cuore, sui nostri bonsai.

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5c3dc52eE' particolarmente stimolante l'aspetto di una montagna silvestre dove si possono osservare la dolcezza e, nello stesso tempo, l'austerità della Natura.

 

Durante l'inverno si susseguono giorni rigidi a causa delle nevi, del ghiaccio, della tormenta e delle slavine. In primavera, quando la neve incomincia a sciogliersi sotto il calore tiepido del sole, il mondo della Natura viene avvolto da fitta bruma e viene inumidito da finissima pioggia, che aiuta la crescita delle piante.

 

D'estate la flora patisce la violenta calura del solleone e della siccità; poi, con l'avvicinarsi dell'autunno, il clima muta all'improvviso ed il vento e le alluvioni strappano le foglie e i rami delle piante. Più tardi le foglie rimaste sugli alberi incominciano a tingersi di rosso giallastro con lo scendere della temperatura e poi, con la prima brina, queste cadono e la Natura si prepara ad affrontare le rigide temperature invernali. Lo splendido aspetto degli alberi viene elaborato da questi fenomeni naturali ciclici. Quindi è garantita un'ottima riuscita nel formare un bel Bonsai se si effettuano interventi corretti sulle piante, imparando dalla Natura.


Riprodurre cioè i fenomeni naturali che si verificano periodicamente durante le quattro stagioni mediante l'uso delle cesoie e del filo, ma anche con il cuore, sui nostri bonsai.


Estate, la stagione del sole. Questa è la stagione in cui rami e foglie, particolarmente negli alberi giovani, crescono vigorosi; questo, unitamente a radici solide e ben ramificate, aiuta gli alberi a crescere in modo sano e forte.


L'estate è anche la stagione dei temporali estivi. Le precipitazioni eccessive ed il vento violento provocano inondazioni e frane disastrose. Che tipo di influenza potranno esercitare sulle piante tali avvenimenti? Spezzati i rami lunghi e robusti, si rinforzano quelli piccoli e delicati. Inoltre, poiché le gemme vigorose cresciute all'apice dei rami vengono eliminate dagli agenti atmosferici, questi acquisteranno un aspetto arrotondato e grazioso. Nel Bonsai tale opera della Natura viene realizzata artificialmente per mezzo della sostituzione dell'apice. L'alluvione e lo smottamento, scoprendo e dilavando le radici, provocano il NEAGARI;

 

la massa voluminosa di ghiaia, rovinando i tronchi, produce lo SHARI.
Specialmente sulle sponde di un torrente, quando sale il livello dell'acqua, le foglie vengono spazzate via dalla corrente. Nel Bonsai, per simulare questo fenomeno, si effettua la defogliazione; un albero vitale metterà subito nuove foglie.

Il lampo, d'estate, colpisce violentemente gli alberi grossi e alti e, bruciando l'apice, produce il TENJIN, lo SHARI e la cavità del tronco.

 

A seconda del luogo e del terreno in cui vivono, alberi che pur appartengono alla stessa specie, crescono prendendo forme diverse. Ciò avviene anche con i bonsai, in cui ciascuno di noi esprime il proprio carattere. Quando si coltivano bonsai, la cosa più importante è scegliere le essenze tipiche del proprio paese e di dare loro una forma simile a quella degli alberi che crescono in quell'ambiente.


Anche se non è sbagliato imitare le forme del bonsai giapponese, è giusto cercare di creare un bonsai che s'ispiri agli alberi tipici del luogo. Un vero bonsai si ottiene lavorandolo a lungo, modellandolo a poco a poco, così da ottenere una forma artistica e dignitosa. Benché sia possibile fuori del Giappone creare un bonsai simile per caratteristiche ad un albero giapponese, sarà difficile che possa mantenere la forma datagli nelle generazioni successive, perché essa non ha un correlativo nel paesaggio di quel paese.


Se si lavora un'essenza autoctona, tutti potranno comprenderla, ammirarla e accettarne la bellezza, sicura garanzia che le generazioni future potranno mantenerne la forma.
L'albero giovane cresce adeguandosi alle variazioni dell'ambiente. Può diventare grosso o rimanere sottile, crescere diritto oppure curvo. Quando cresce in uno spazio dove il terreno è ben concimato, diventerà grosso. Cresceranno molti rami a partire dalla parte inferiore. Le foglie saranno vigorose e il tronco ingrosserà sempre di più, diventando un albero basso e tozzo (disegno 1).


L'albero sottile cresce su terreno magro, dove ci sono alberi fitti. I suoi rami non si estenderanno orizzontalmente e poiché i raggi del sole non arriveranno a quelli inferiori, questi scompariranno. Questo tipo d'albero diventerà* alto e sottile, con foglie poco sviluppate (disegno 2).

Gli alberi che crescono diritti, come il cedro e l'olmo, avranno rami diritti .

Gli alberi che crescono sinuosi, avranno rami con andamento sinuoso

Tutti gli alberi in natura seguono questa regola. Se proverete a dar forma ai vostri bonsai tenendo conto di queste osservazioni, certamente otterrete un bell'albero, in armonia con le leggi naturali.


Cerchiamo di creare un bonsai che ha una forma corretta. Come l'artista imprime all'opera il proprio stile, così noi possiamo far vivere la nostra personalità* nel bonsai.
E' molto importante lavorare seguendo le leggi della natura, evitando di lasciarci attrarre soltanto dall'esteriorità.


La vera bellezza del bonsai si ottiene mentre si realizza, impegnandovi anni e anni. Solo così il bonsai avrà* quella dignità che lo distinguerà dagli altri e che darà emozione a chi lo guarda

 

fonte: Napoli Bonsai Club

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Potatura di risistemazione della ramificazione.

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4f7b7defDopo la caduta delle foglie si può (e si deve) eseguire una potatura di risistemazione della ramificazione, operazione necessaria specialmente per quelle essenze che in primavera hanno vegetazioni abbondanti e vigorose, come ad esempio gli aceri e le zelkove.

 La scelta del periodo per eseguire questa operazione non è casuale, si sceglie quello successivo alla caduta delle foglie perché è in tale lasso di tempo che la pianta subisce il minor stress possibile ed i rischi di perdere i rametti per ritiro di linfa sono davvero nulli.

La risistemazione della ramificazione prevede essenzialmente la potatura dei rametti troppo lunghi, quelli verticali e perpendicolari al ramo, quelli nelle ascelle, ed infine, se necessario, la messa a filo per direzionare qualche nuovo rametto.

Detto questo passiamo all'esemplare in questione; il bonsai che sto per mostravi è uno shohin di zelkova (altezza 20 cm.).


Come potete notare la ramificazione di questo shohin è davvero notevole, e l'obiettivo da perseguire è senz'altro quello di migliorarla il più possibile rendendola quanto più fitta e vetusta possibile.

Particolare della ramificazione
La primissima operazione che ho eseguito è stata una bella spazzolata dei rami ed una pulizia del terreno dal muschio.

Attrezzi usati per la pulizia del terreno e dei rami

Ecco lo shohin al termine della pulizia
Arrivato a questo punto, forbici alla mano ho eseguito una prima potatura di correzione dei classici difetti di ramificazione che si manifestano anno dopo anno.

Rametti troppo lunghi da accorciare

Rametti che partono dalle ascelle

Rametti posizionati al di sotto della ramificazione primaria

Esempio di rametto ascellare da eliminare

Rametto visto di profilo

Potatura eseguita

Profilo del palchetto dopo la potatura

Ecco come si presenta la zelkovetta al termine di una prima potatura di correzione dei difetti
Al termine della potatura di correzione, si passano in rassegna tutti i rami per vedere se ce ne sono alcuni da mettere a filo e posizionare nel giusto modo. Generalmente viene impiegato del filo di alluminio, molto più malleabile di quello di rame e più "delicato" con i rami delle caducifoglie. Una piccola nota: l'applicazione del filo in questo periodo non sortisce un effetto immediato sulla messa in posizione della ramificazione, tuttavia è preferibile farlo comunque perché con la ramificazione spoglia si ha una migliore lettura della stessa ed una maneggevolezza maggiore nell'applicazione del filo.

Particolare di una branca messa a filo

Branca vista dalla alto
Ecco come si presenta il bonsai in questione dopo la risistemazione della ramificazione:

Di seguito la classica foto Prima-Dopo ;)

Alla fine, come mio solito, non potevano mancare i classici buchi nel terreno per migliorare l'areazione del substrato ed evitare il ristagno d'acqua, problema che in autunno-inverno può mietere parecchie vittime [xx(]

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Il Melograno al Cartoccio.

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Una delle cose che più mi entusiasma del bonsai è la sua interdisciplinarità che ti permette di approfondire dottrine e materie che all’inizio possono sembrare così lontane fra loro: agronomia ed estetica, biologia e cultura giapponese, scultura e botanica, filosofia zen e falegnameria.

Circa un anno fa è atterrato nel mio giardino questo melograno di circa 20 kg con diverse parti di legna secca da lavorare. In tutto questo anno l’ho lasciato vegetare tranquillamente senza eseguire nessuna lavorazione particolare. Ormai sta diventando una mia regola aspettare almeno una stagione vegetativa prima di approcciarmi ad una pianta di cui non conosco perfettamente la storia.

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In questi giorni, prima che iniziasse la nuova germogliazione, ho voluto approfittare per iniziare a lavorare le parti di legna secca con lo scopo di alleggerirle e renderle più naturali ed interessanti.

Armato di scalpelli, sgorbie, martello e pinze ho passato diverse ore a picchiare, scavare e strappare le fibre del legno cercando di seguirne l’andamento e sfruttando qualsiasi spaccatura ed incisione dove poter affondare gli utensili.
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Finito il lavoro da Geppetto è arrivato il momento di usare la fiamma per eliminare i filamenti del legno ed i segni provocati dagli utensili e da qualche colpo di fresa.
Ho iniziato con il proteggere tutto il perimetro del bordo fra la parte secca e quella viva con il DAS, quella specie di creta che da piccoli usavamo per cercare di fare vasi e sculture e con il quale impiastravamo tutta casa.
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Finita questa operazione è necessario proteggere la ramificazione. Fortunatamente in questo caso risulta più facile essendo ridotta al minimo non avendo ancora le foglie.

Per fare questo di solito uso carta per asciugare le mani che avvolgo tutta intorno ad ogni singolo ramo o palco e che poi bagno abbondantemente vaporizzando acqua fino a quando non è completamente inzuppata.
Il principale problema che si crea ogni volta è la debolezza della carta stessa che tende a cadere dal ramo oppure che tende ad asciugarsi in fretta, per cui devi continuamente interrompere il lavoro con la fiamma. L’uso di stracci al posto della carta diventa difficile per il loro peso, una volta che sono bagnati, e quindi vanno a gravare sulla ramificazione.
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Allora?
Semplice! Si prende la pellicola di alluminio che ognuno di noi ha in casa e si avvolge ogni ramo o palco, sopra la carta bagnata, cercando di delimitare il meglio possibile la zona da proteggere ed avendo l’accortezza di lasciare un’apertura da dove poter successivamente bagnare all’interno la carta che mantiene fresca la vegetazione.
La pellicola di alluminio ha diversi vantaggi tra i quali quello di mantenere la sua posizione una volta sistemato sul palco di vegetazione e proteggere ulteriormente dal calore.
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Terminato il lavoro di avvolgimento e protetta tutta la vegetazione si può procedere con la fiamma.
In questo caso ho insistito molto, sfiaccolando il legno fino a vedere una fitta ragnatele di criccature e gli spigoli che diventavano rossi, per cercare di eliminare quanto più possibile i segni della precedente lavorazione e per accelerare il processo di invecchiamento della legna secca. Ogni volta poi vaporizzavo la parte bruciata con acqua per raffreddare la zona e accentuare l’effetto di criccatura sul legno secco.
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Una volta completato il lavoro di “gratinatura” ho spazzolato tutta la parte di legna secca con una spazzola di ottone per eliminare la polvere di cenere. La superficie si presenta abbastanza levigata ed i segni della lavorazione è quasi completamente sparita.

Tocco finale per completare la ricetta: cospargere tutta la superficie con una soluzione di liquido jin che può essere applicato puro oppure con diverse diluizioni in funzione del risultato che vogliamo ottenere.

Per completare questo primo step ho anche steso la ramificazione principale approfittando della mancanza di vegetazione.
Adesso tanto sole e un adeguato piano di coltivazione per aumentare la ramificazione.
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Misure bonsai: la classificazione delle differenti misure di un Bonsai viene considerata come metodo base.

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5c3dc52eLa classificazione delle differenti misure di un Bonsai viene considerata come metodo base; l'altezza non comprende il vaso. 
L'altezza di un Bonsai nei vari stili andrà misurata partendo dalla base del tronco: seguendo una linea perpendicolare, si arriverà all'apice superiore della pianta, sia esso vitale o trasformato in Jin. 
Una regola diversa va usata per il bonsai stile Kengai, che verrà misurato dall'apice superiore a quello inferiore.

 In Giappone la classificazione delle dimensioni è oggetto di contestazione fra i Maestri orientali, alcuni distinguono le taglie dei Bonsai in tre categorie, altri in cinque. 
Noi abbiamo accettata quella suggerita da Mr. Higuchi Takeshi
Ohgata Bonsai (Grande)
- da 70.1 cm a 120 cm (normalmente Max 100 cm)
Ohgata Bonsai (Grande)
Chugata-bonsai (Media)

- Chuhin o Hyojun (media maggiore): da 35.1 cm a 70.0 cm
- Kifu (media minore): da 20.1 cm a 35.0 cm

 
Chugata-bonsai
Shohin-bonsai (Piccolo)Definito da "All Japan Shohin-Bonsai Association (AJSBA)"
- Shohin (piccolo): da 10.1 cm a 20.0 cm
- Mini
(più piccolo): da 7.1 cm a 10.0 cm

- Mame
(come seme): meno 7.0 cm

Shohin-bonsai 

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Il Giardino Museo Bonsai della Serenità si estende su un’area di mille metri quadrati circa.

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museo_bonsai_della_serenitaArmando Dal Col è uno dei padri fondatori fra i più famosi cultori e creatori italiani di Bonsai della prima generazione, il quale utilizza prevalentemente specie autoctone della flora italiana ed europea, spaziando il suo interesse anche per alcune specie giapponesi e del florovivaismo internazionale. Ha attribuito un nome giapponese al suo giardino: “SEI WA BONSAI EN”, letteralmente, Giardino Bonsai della Serenità.

Nel Gennaio del 1998, trasferitosi definitivamente da Belluno a Tarzo, -suo paese natale- il Giardino è ora chiamato “GIARDINO MUSEO BONSAI DELLA SERENITA’” com’era nelle sue aspirazioni.

Da vero pioniere, ha iniziato la sua passione per gli alberi in miniatura nella lontana primavera del 1963 dopo essersi trasferito da LONGARONE a Belluno iniziando con un pesco da frutto. Il destino l’ha così salvato dall’immane catastrofe del VAJONT avvenuta il 9 Ottobre dello stesso anno, le cui acque avevano cancellato il paese di Longarone insieme ai suoi genitori, ad una sorella e ad un nipotino.

Il suo approccio con il Bonsai era dovuto probabilmente al suo DNA per il suo carattere romantico; da ragazzo, infatti, gli piaceva ammirare gli alberi fioriti in primavera, ed allungando un braccio vedeva l’albero proiettarsi sul palmo della sua mano. E fu così che gli nacque l’idea di creare un albero in miniatura che potesse vivere in una ciotola da ammirare fra le mani.

Ha attinto le sue conoscenze dalla natura che lo circonda, la Natura, infatti, è stata il suo vero Maestro. All’epoca ignorava l’esistenza del Bonsai che apprese, casualmente, tre anni dopo, leggendo un articolo riguardo alla prima Euroflora del 1966 che si tiene a Genova ogni cinque anni. In quella prima grande occasione ci furono dei giapponesi che esposero degli “Alberi in miniatura coltivati nei vasi”, ma non geneticamente tali, bensì creati artisticamente dall’uomo!
 museo_bonsai_della_serenita1

Il nome del Giardino Museo Bonsai della Serenità ha sicuramente fatto il giro del mondo e molte sono le persone che l’hanno visitato, sia pure in modo virtuale, ma anche dal vero. E’ un nome facile da ricordare, forse un po’ meno quello del suo creatore: Armando Dal Col.

Il Giardino Museo Bonsai della Serenità si estende su un’area di mille metri quadrati circa, compreso una parte della collina ed è stato progettato affinché la sua fruizione fosse allargata non ai soli appassionati, ma a un pubblico più vasto, perché il giardino sia un veicolo educativo per chi non possiede la cultura del verde. Lo scopo è quello di preservare quanto è stato creato in questi decenni, affinché anche le generazioni future possano ammirare questi capolavori naturali viventi.

Il museo Bonsai è visitabile tutti i giorni e qui, più che altrove, si possono ammirare le centinaia di opere create da Armando in più di quarant’anni di incessante ricerca evolutiva, molte delle quali sono state pluripremiate in Giappone dalla Nippon Bonsai Association, la massima autorità mondiale di Bonsai la quale, già nel lontano 1982 gli ha dedicato una pagina nella loro rivista “BONSAI SHUNJU” e, nel 1986 gli ha rilasciato il diploma ufficiale di merito di “Istruttore maestro” dell’arte Bonsai grazie alle sue creazioni, come il famoso “Faggio Patriarca” classificatosi al primo posto al concorso internazionale nel 1986. Ma innumerevoli riconoscimenti e primi premi li ha avuti anche in campo nazionale come la famosa TARGA ORO UBI 2003 rilasciatagli dall’UNIONE BONSAISTI ITALIANI (UBI) per i suoi meriti nella diffusione dell’Arte Bonsai amatoriale in Italia, e per il suo quarantennale alla carriera nel bonsaismo.

I suoi libri: BONSAI E SUISEKI, BONSAI L’EVOLUZIONE, BONSAI DELLA FLORA ITALICA, e BONSAI TECNICHE SOFISTICATE hanno avuto il plauso fra gli appassionati di Bonsai, e non solo in Italia.

La sua fama incontrastata è cresciuta grazie anche -e soprattutto- alla preziosa collaborazione della moglie Haina, conosciuta in uno dei suoi viaggi in Estremo Oriente, divenuta discepola appassionata e silenziosa, dotata di talento e di un grande entusiasmo ed intenso amore per la Natura.

Il visitatore che si reca a visitare il Giardino Museo Bonsai della Serenità sito nel centro storico del comune di Tarzo, nella Marca Trevigiana a Ovest fra Vittorio Veneto e Conegliano, rimane “catturato” dalle bellezze dei vigneti lungo la “Strada del vino bianco del famoso Prosecco” e, dell’incantevole valle con i laghi e le colline che circondano Tarzo, trovandosi nello stesso tempo fra due mondi. Il 1°, immerso nel caotico mondo frenetico del giorno d’oggi, mentre nel 2° gli sembrerà di tuffarsi indietro nel tempo, immerso in un’atmosfera particolarmente suggestiva. I Bonsai, non semplicemente esposti, a fila sui bancali, o appoggiati su dei tronchi, o negli spazi faticosamente ricavati sulla collina, ma inglobati nel verde quasi fossero un tutt’uno, divengono così un luogo di riflessione, di meditazione, di ricreazione, di diletto.

Grazie alla magia dei suoi silenzi, il visitatore nel lento fluire delle stagioni avrà l’opportunità di vivere l’atmosfera rarefatta intrisa di filosofia Zen, presente nel Giardino Bonsai della serenità, e gioire del contrasto tra un piccolo angolo orientaleggiante e lo sfondo delle Dolomiti Bellunesi, contrasto che è anche rapporto dialettico tra i due scenari. A chiunque desideri vivere le piacevoli sensazioni che il Giardino Bonsai suscita, Armando e Haina sono ben lieti di aprire le loro porte ai visitatori.
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Arcobonsai 2012 rassegna internazionale dedicata al mondo del bonsai.

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XXVII ARCOBONSAI
XVI CONGRESSO UBI
XIV ARCOFIORI
Arco : Casinò Municipale – Viale delle Palme – Piazzale Segantini – Piazza Canoniche

Ven. 4 Maggio
09,00
Apertura delle registrazioni
09,00 – 12,00
Predisposizione delle mostre e degli spazi commerciali
09,00 – 12,00
UBI 2012: Accettazione Migliori Bonsai & Suiseki
14,00 - 17,00
Dimostrazione di Karim Alfaro – Vincitrice del Concorso UBI Talento Italiano 2012
16,00 – 17,00
Tavola rotonda con i Coordinamenti
18,00
Apertura ufficiale del Congresso UBI e presentazione del direttivo UBI alle autorità locali
18,30
Apertura ufficiale di: ArcoFiori, delle mostre e delle mostre mercato
20,30
Cena di benvenuto presso la Sala “Bonsai” del Palace Hotel Città di Arco

Sab. 5 Maggio
09,00
Registrazioni
09,00
Apertura al pubblico e delegati delle mostre e mostre mercato
09,00 – 13,00
XI° Trofeo Arcobonsai (1° fase) – Dimostrazione a concorso tra 15 Istruttori Italiani
09,30 – 14,30
Selezione “Talento UBI 2012”
10,00 – 12,00
Dimostrazione pratica di realizzazione di un vaso bonsai da parte di Tiberio Gracco
11,00
Relazione scientifica dott. Marchesini
15,00 – 18,00
Dimostrazione pratica di realizzazione di un vaso bonsai da parte di Tiberio Gracco
15,00 – 19,00
XI° Trofeo Arcobonsai (2° fase) – Dimostrazione a concorso tra 15 Istruttori Italiani
15,30 - 16,00
Presentazione del libro “Piante spontanee, shitakusa e kusamono. Descrizione, habitat e utilizzo nei tokonoma” a cura dell’autrice Silvia Orsi.
16,00 – 19,00
Progettazione piante dei Convegnisti a cura degli Istruttori IBS Adriano Bonini a Carlo Cipollini
15,00 – 19,00
Tour alla scoperta del Trentino
17,00 - 18,00
Tavola rotonda con i responsabili dei forum bonsai
18,00
Relazione scientifica pro. Poli
20,00
Serata “B & B & B - Birra, Bonsai e … Baraonda“Nel corso della serata assegnazione dei premi agli espositori di bonsai e suiseki a cura dell’UBI

Dom. 6 Maggio
09,00
Apertura al pubblico e delegati delle mostre e mostre mercato
09,00 – 10,00
Relazione scientifica prof. Bragazzi
09,30 - 15,00
XI° Trofeo Arcobonsai – Dimostrazione a concorso tra 15 Club
(pausa pranzo facoltativa)
10,00 – 12,00
Assemblea generale dell’UBI
14,00 – 17,00
Suiseki-parliamo insieme di esposizione con suiban a cura di Luciana Queirolo e Marino Nikpal
15,00 – 16,00
Incontro Direttivo UBI con i Presidenti dei Club e dei Coordinamenti
18,00
Cerimonia di chiusura

Verranno organizzate visite guidate al Centro Storico di Arco con ingresso al Castello

Inoltre gli ambiti premi:Trofeo “Città di Arco-Memorial Emilio Parolari” a giudizio del pubblico per le piante in mostra Trofeo "Memorial Costantino Franchi" per la migliore pianta realizzata con essenza autoctonaPremio “Io difendo l’ulivo"ed i riconoscimenti dell’ UBI, dell'AIAS, del Collegio Nazionale Istruttori (I.B.S.) e del Bonsai Club International (B.C.I) ai migliori bonsai e suisekiDurante il Convegno saranno attivi i punti di ristorazione del “Villaggio del Gusto” che proporranno i piatti tipici trentini, il “Villaggio dei Sapori Trentini” con i prodotti tipici derivanti dall’agricoltura e dall’allevamento,(olio, vino, asparagi, frutta, miele, formaggi e salumi, farine, ecc.) la Mostra mercato di ArcoFiori con i prodotti del florovivaismo locale

Scarica il documento per l'iscrizione on-line del tuo esemplare: preiscrizione.pdf

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La Mecca del provetto bonsaista.

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Attenzione!!! La visione di questi video nuoce gravemente alla salute.
Il primo sintomo della malattia è quello di un impulso smodato ed acuto di recarsi in aeroporto ed acquistare un biglietto di sola andata per il Giappone.


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Goshin, un prezioso insegnamento dal passato.

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"Mi sento onorato e fiero che il mio Goshin abbia trovato una casa permanente nella quale può essere ammirato da molte persone ed in particolare da coloro che si interessano alla cultura Bonsai. Come per molto altri miei Bonsai, dietro alla sua nascita c'è una storia, la creazione di Goshin ha richiesto molto, molto tempo e si è trattato quasi di una sfida. Goshin è composto da undici alberi, Alice ed io abbiamo undici nipoti. L'albero più piccolo è stato quello della mia prima dimostrazione. Proprio per il significato che ha per me ho voluto fare qualcosa di più, non l'ho venduto al momento opportuno, non me lo sono tenuto egoisticamente, ma l'ho offerto a tutti affinché tutti possano godere della sua vista. In altre parole, Goshin appartiene a tutti gli abitanti degli Stati Uniti come pure, agli abitanti di tutto il mondo. Non vi sono frontiere nel Bonsai, creare Bonsai è un appello universale, pace universale. La colomba della pace vola, dal palazzo all'umile dimora, dal ricco al povero; così fa lo spirito del Bonsai. Spero che questo incoraggi la futura generazione a guardare con orgoglio quest'arte vivente e conduca anche ad una fratellanza maggioren tra tutte le persone, ovunque esse siano". -
John Yoshio Naka

John Yoshio Naka (16 agosto 1914 – 19 maggio 2004) è nato in Ft. Lupton, Colorado da una seconda generazione di giapponesi-americani, ma all’età di 8 anni si trasferì nel paese di origine dei genitori dove, a causa dell’influenza del nonno, studiò l’arte del bonsai.

Tornò negli Stati Uniti vicino a Boulder, in Colorado nel 1935, e poi alla fine del 1946 si stabilì a Los Angeles, California. Nella contea di Orange, Naka, insieme a quattro amici, fondò un club bonsai nel novembre del 1950, che oggi è conosciuto come la California Bonsai Society. Divenne una figura molto importante per l’arte bonsai americana negli anni 1950-’60. Naka fu una forza trainante nella diffusione e dell’apprezzamento e della pratica dell’arte bonsai in occidente e altrove.

Naka viaggiò e insegnò ampiamente in tutto il mondo, in conferenze e club, ma rifiutò di tenere lezioni in Giappone (dove il bonsai era stato altamente sviluppato nel corso dei secoli), dicendo: “Vogliono che che io insegni, ma dico loro che sarebbe come cercare di predicare al Buddha”.

Le sue principali pubblicazioni furono due libri, intitolati Bonsai Techniques e Bonsai Techniques II, testi che sono venerati come delle bibbie della tecnica bonsai occidentale da molti artisti. Questi libri sono tradotti in francese, tedesco, italiano e spagnolo. Ha contribuito ad articoli, prefazioni e fotografie per numerose riviste specializzate e libri.
Nel 1985, l’imperatore del Giappone Hirohito ha elargito a Naka il premio più prestigioso per un cittadino non-giapponese, la Quinta Classe dell’Ordine del sol levante.

Una raccolta di Nina S. Ragle con 287 proverbi presentati sia in giapponese che in inglese da Naka, Even Monkeys Fall Out of Trees, venne pubblicata nel 1987. (Il titolo si riferisce al fatto che anche un maestro bonsai può fare un errore).

Fu direttore e fondatore della World Friendship Bonsai Federation (WBFF) e un co-firmatario della Constitution of the Latin-American Bonsai Federation (LABF). Fu consigliere onorario della National Bonsai Foundation. Naka fu scelto nel 1992 come uno dei tredici premiati per ricevere un National Heritage Fellowship, fu il primo artista bonsai a ricevere questo prestigioso premio. Quando ricevette il premio disse, “E ‘un inizio ma non una fine. Una gemma oggi diverrà un ramo domani”.

Altre sue citazioni:
“Bonsai non è il risultato: quello verrà dopo. L’importante è il godimendo di cioè che si fa adesso”,
“Ci devono essere dietro filosofia, botanica, arte, e qualità umana per essere un bonsai”,
“Il bonsai non sei tu che stai lavorando sull’albero; devi avere l’albero che lavora dentro di te”
“Lascia che ci sia spazio tra ti tuoi rami in modo che gli uccelli possano volarci attraverso”.

Tra tutte le opere di Naka, la composizione più riconoscibile è Goshin, che significa “protettore dello spirito”. E ‘un gruppo di undici Juniperus foemina, ognuno dei quali rappresenta uno dei nipoti di Naka. Il bonsai può essere visto in mostra al National Arboretum di Washington.

Circa un mese prima di morire, Naka donò il suo primo bonsai, un Cipresso di Montezuma (Taxodium mucronatum), al National Bonsai and Penjing Museum.

Nel maggio 2005, una raccolta di oltre 80 dei suoi disegni di come immaginava il futuro sviluppo di diversi alberi dei partecipanti ai suoi workshop, venne pubblicato come John Naka’s Sketchbook, a cura di Jack Billet e Cheryl Manning.

Goshin,_September_15,_2007

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Il "National Bonsai & Penjing Museum" di Washington.

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National Bonsai penjing Museum3I capolavori naturali in miniatura che chiamiamo bonsai o penjing sono l’apice dell'abilità in materia di giardinaggio, e il National Bonsai & Penjing Museum di Washington ha una delle più grandi collezioni dell’ America del Nord di questi alberi senza tempo. L'arte giapponese del bonsai e il suo precursore, l'arte cinese del penjing, sono radicati nelle tradizioni della cultura asiatica. Il posizionamento dei rami della pianta, il suo stile e il vaso che la contiene, tutti concorrono a trasmettere un senso profondo di rappresentazione e rispetto per la natura. 

Il National Bonsai & Penjing Museum fu fondato quando gli appassionati di bonsai giapponesi della Nippon Bonsai Association donarono 53 bonsai e 6 suiseki al popolo degli Stati Uniti per commemorare nel 1976 il bicentenario della nascita degli Stati Uniti. La collezione è cresciuta costantemente con l'aggiunta di pezzi da maestri americani di bonsai, e di penjing dalla Cina. Oggi, 3 padiglioni ospitano circa 150 piante. Il Padiglione Internazionale è un punto focale che celebra la forme d'arte correlate del suiseki e dell’ikebana, uno stile giapponese dell’arte di comporre i fiori. Durante l'anno, si organizzano mostre che espongono il lavoro di appassionati locali del bonsai e pezzi della collezione permanente di speciale interesse stagionale, nell'ala Mostre Speciali del Padiglione.
National Bonsai penjing Museum
Il concetto di creare una collezione di bonsai e penjing internazionalmente famosi è stato concepito nel 1972 dall’ex Direttore dell’Arboreto, Dr. John Creech. Il Padiglione Giapponese fu costruito nel 1976 a seguito della donazione da parte della Nippon Bonsai Association del Giappone, ed è diventato la dimora di questi esemplari. La collezione si è accresciuta ancora nel 1986 con il dono di penjing cinesi da parte dei Dr. Yee-sun Wu e Shu-ying Lui. La costruzione del Padiglione Cinese del Dr. Yee-sun Wu riconosce questo importante dono e fornisce una sede dove queste opere possono essere correttamente valorizzate. La crescente popolarità del bonsai in Nord America è stata riconosciuta con la costruzione del Padiglione Nord Americano dedicato a John Naka. In esso risiede una delle collezioni più ampie e diversificate di bonsai creati da maestri in Nord America, tra cui Goshin, del Maestro americano John Naka, una spettacolare piantagione di ginepri in stile di bosco.
National Bonsai penjing Museum1
I giardini nel National Bonsai & Penjing Museum sono ben più di uno sfondo per i pezzi di bonsai e penjing esposti. Il giardino di ingresso di Ellen Gordon Allen si imprime nella mente del visitatore per il primo impatto che dà alla visita al Museo con i suoi pini lavorati nello stile giapponese. La passeggiata delle Criptomerie dona calma allo spirito, mentre si passeggia nell'ombra delle sue sempreverdi chiome. Il cortile superiore, con i suoi giochi d’acqua e l’esposizione dei bonsai accoglie i visitatori nel centro del Museo.
Quando si lascia il Padiglione Internazionale e l'ala dedicata alle mostre speciali, l'ingresso in stile di pagoda al Padiglione Cinese e la adiacente muraglia serpeggiante danno il senso dell’antichità delle origini del penjing ed del misticismo delle forme d'arte asiatica. 
 
La passeggiata nel Giardino Giapponese prepara il visitatore alla formalità ed alla spiritualità che si incontrano nel Padiglione Giapponese che è dimora dei pezzi migliori e più antichi del Museo. Il giardino di Yamaguchi, caratterizzato da una varietà di piante native dell'America del Nord, riecheggia lo stile meno formale e la diversità di ispirazione caratteristici dei maestri americani che hanno contribuito con i loro pezzi al Padiglione Nord Americano. […] Il Conservatorio Tropicale di Haruo Kaneshiro è stato aggiunto per conservare esemplari bonsai delicati, come pure una serra per ospitare gli esemplari in fase di sviluppo. […]
National Bonsai penjing Museum2
Goshin: la sua storia.
Goshin è un bonsai creato da John Y. Naka. È una foresta composta da undici ginepri (Juniperus chinensis 'foemina'), i primi dei quali Naka iniziò a lavorare a bonsai nel 1948. Naka donò la sua opera alla National Bonsai Foundation nel 1984, per essere esposta all'United States National Arboretum; da allora, è lì esposta. Ogni albero rappresenta uno dei nipoti di Naka. 

Naka iniziò a lavorare con i primi due degli undici alberi che alla fine avrebbero costituito Goshin nel 1948; egli ha creato una composizione a "due-alberi" utilizzando due ginepri di uguale altezza. Nel 1953, Naka creò, durante una manifestazione per la sua scuola di bonsai, un ginepro in stile "eretto formale”. Più tardi, egli ha anche acquistato un albero più alto (destinato a diventare l'albero principale, più alto di Goshin), che è stato trapiantato in piena terra e gradualmente lavorato e formato; era pronto per essere esposto nel 1960.
Goshin ha preso la forma di un bosco per la prima volta verso il 1964. 

Ispirato ad una foresta di Cryptomeria japonica che si trova vicino ad un santuario in Giappone, Naka ha messo insieme per prima cosa quattro alberi che aveva già utilizzato in un’altra composizione di 1,2 metri di altezza. Egli presto ne aggiunse altri tre, per creare un bosco di sette bonsai. Naka dovette anche  variare il vaso per migliorare il drenaggio — la mancanza del quale aveva causato la morte di uno degli alberi e le sue ripetute sostituzioni. Al momento, Naka aveva sette nipoti, ognuno dei quali è stato rappresentato da un albero. Su impulso di colleghi artisti di bonsai, ha dato un nome alla sua composizione; l’ha chiamata "Goshin," che significa "protettore dello spirito", in riferimento al nome del Santuario che si trova nella foresta che l'ha ispirata. Dal 1973, Naka ebbe undici nipoti, e lui incrementò a undici il numero di piante di Goshin. 

Dopo la donazione, Naka tornò frequentemente a Washington per visionare e sorvegliare il mantenimento di Goshin, incluso il notevole lavoro che venne fatto nel 1999. Entro quell'anno, egli creò un altro bosco bonsai che è noto come Goshin due. Naka morì nel 2004, alla sua scomparsa un sito francese ha pubblicato quanto segue: "John Naka se ne è andato. Un soffio di stupore vaga tra i rami di Goshin."
Entrance_to_the_National_Bonsai_&_Penjing_Museum

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I 10 migliori bonsai del mondo.

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BonsaiNonostante la coltivazione dei bonsai sia un hobby praticato da molte persone di tutto il mondo, le sue origini asiatiche sono ancora evidenti.

Non c’è da meravigliarsi infatti che i bonsai migliori e più spettacolari appartengano alle collezioni di famosi maestri giapponesi. Abbiamo creato una lista di 10 meravigliosi bonsai che sono unici per la loro bellezza, il loro equilibrio e la loro somiglianza agli alberi in natura.


Questi alberi ti aiuteranno ad apprezzare questa antica ed affascinante arte!
  1. Bonsai Shunkaen, Kunio Kobayashi
    Kunio Kobayashi Bonsai Shunkaen

    Un notevole albero che è ben conosciuto per la sua vecchiaia; si dice che questa pianta abbia più di 800 anni di età.
  2. Goshin, John Naka
    Goshin Bonsai John Naka

    Goshin (“protettore dell’anima”) è un bonsai realizzato da John Y. Naka.
  3. Mini Bonsai (Shohin), Morten Albek
    Shohin Morten Albek

    Un Cotonastro orizzontale, foto scattata in primavera: l’albero fiorisce in estate ed in inverno si riempie di piccole bacche rosse. Per maggiori informazioni, clicca qui.
  4. Pinus Silvestris, Stefano Frisoni
    Pinus Silvestris Bonsai

    Quest’albero è straordinariamente realistico, caratteristica molto considerata nei bonsai.
  5. Penjing, Yee-sun Wu
    Manlung Penjing

    Questo meraviglioso paesaggio cinese appartiene alla collezione di Man Lung e si trova ad Hong Kong.
  6. Azalea Bonsai, Wolfgang Putz
    Bonsai Wolfgang Putz

    La foto è stata scattata ad inizio primavera, nel periodo in cui le azalee fioriscono (per poco tempo, ma molto abbondantemente!)
  7. Pithecellobium, Budi Sulistyo
    Pithecellobium bonsai

    Quest’albero è cresciuto da una piccola talea e il risultato di cui sopra è una foto scattata 12 anni più tardi.
  8. Mame Bonsai, Morten Albek
    Shohin Morten Albek

    Un’esposizione di un bonsai ( o in questo caso, un’esposizione di un mame) di solito è costituita da una pianta principale, uno scroll e una pianta di compagnia.
  9. Acer palmatum, Walter Pall
    Acer Bonsai Walter Pall

    L’acero è grande ( quasi un metro d’altezza, che è il massimo per considerare una pianta un bonsai) e ha più di 100 anni.
  10. Bonsai Sensei, Kimura
    Kimura Bonsai

    Ultimo ma non per questo meno importante, il maestro bonsai Masahiko Kimura. La sua ampia collezione di bonsai è famosa in tutto il mondo.

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Elenco Bonsai Clubs, prima parte.

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flag italiaIscriversi ad un Bonsai Club è fortemente consigliato per iniziare e migliorare in questo hobby.

 Oltre ai workshops, la maggior parte dei Bonsai Clubs organizzano giri, incontri e mostre; un importante modo per imparare moltissime cose sulla coltivazione del bonsai.

In Italia circa 86 Bonsai Clubs e organizzazioni sono state fondate, la maggior parte di loro fanno parte dell’ UBI (Unione  Bonsaisti Italiani).

Per favore contattaci per presentare informazioni mancanti o aggiornate sui clubs.
Bonsai italia 

Elenco dei clubs aderenti a UBI
www.ubibonsai.it

Clubs UBI in PIEMONTE
------------------------------------------------------
ARTE BONSAI CLUB NOVARA
C/0 SCARAFIOTTI PAOLO
Tel. 0321829109
VIA MARCONI 41
28073 FARA NOVARESE (NO)
email paoloscarafiotti (at) virgilio.it
web: http://www.artebonsaiclub.it/
BONSAINSIEME
C/O GENOTTI GIOVANNI
Tel. 0119692136
VIA 5 REMIGIO 35
10041 CARIGNANO (TO)
email bonsai.insieme (at) gmail.com
web: http://www.bonsainsieme.it
BONSAI CLUB RIVALTA
C/O BELTRAMO SERGIO
Tel. 0119090310
VIA BUSSOLENO 79
10040 RIVALTA DI TORINO (TO)
email bonsai.rivalta (at) libero.it
web: http://www.bonsairivalta.org/
FUJI KIOKAI BONSAI
C/O FUJI SATO
Tel. 0119275035
STRADA DELLA CHIESA 60/A
10076 NOLE (TO)
email mb (at) massimobandera.it
BONSAI TIME SCHOOL
C/O GIORGIO CASTAGNERI
Tel. 3395203596
VIA TORINO 38
10076 NOLE (TO)

Clubs UBI in LIGURIA
------------------------------------------------------

AMATORI BONSAI E SUISEKI GENOVA

C/O ROSATI GIORGIO
Tel. 0102470606
VIA LUCCOLI 31/6
16123 GENOVA (GE)
email info (at) bonsaigenova.it
web: http://www.bonsaigenova.it/
DRYNEMETUM
C/O PEZZONI GIANCARLO
Tel. 0184532941
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA’ 217
18038 SANREMO (IM)
email giancarlo136 (at) alice.it
web: http://www.festivaldelbonsai.it/

Clubs UBI in LOMBARDIA
------------------------------------------------------
STUDIO BOTANICO
C/O LIPORACE SALVATORE
Tel. 3356822431
STRADA COMUNALE 150
20083 BARATE DI GAGGIANO (MI)
web: http://www.liporace.it/
BRIANZA BONSAI
C/O ORIGGI ROBERTO
Tel. 03979202103
VIA AGAZZINO 2
23873 MISAGLIA (LC)
email info (at) brianzabonsai.it
web: http://www.brianzabonsai.it/
BONSAI CLUB MARTESANA
C/O LORENZO SONZINI
Tel. 3482292938
VIA TRENTO 2C
20060 CASSINA DE PECCHI (MI)
email lorenzo_sonzini (at) yahoo.it
PROGETTO FUTURO - TRADATE
C/O IVO SAPORITI
Tel. 3386573849
VIA GALLI 87
21049 TRADATE (VA)
email saporiti (at) bonsaiclub.it
web: http://ivosaporiti.bonsaiclub.it
RED SPIDER GROUP
C/O BOTTINELLI FERNANDO
Tel. 0331253063
VIA PASCOLI 26
21019 SOMMA LOMBARDO (VA)
email bonsaiclubsomma (at) hotmail.it
BONSAI CLUB SATSUKI
C/O PALAZZI CLAUDIO
Tel. 0331260284
VIA MANZONI, 17
21013 GALLARATE (VA)
BONSAI DO GROANE di Settembrini G.
C/0 DE PICCOLI GUIDO
Tel. 3336925162
VIA MATTEOTTI 6
20031 CESANO MADERNO (MI)
email info (at) bonsaidogroane.it
web: http://www.bonsaidogroane.it

BONSAI CLUB SETTELAGHI

C/O BRUSA ARIBERTO
VIA GIAMBELLINO, 27/B
21100 VARESE (VA)
email info (at) bonsaivarese.it
web: http://www.bonsaivarese.it/
BONSAI CLUB MANTOVA
C/O CALEFFI ENRICO
Tel. 0736321446
VIA P. AMEDEO, 41
46100 MANTOVA (MN)
AMICI BONSAI ARTE E NATURA
C/O Massimo Gilardi
Tel. 0341201135-3355936317
VIA CAVOUR 41
23868 VALMADRERA (LC)
email circolobonsailecco (at) gmail.com
web: http://www.bonsailecco.it
ASSOCIAZIONE BONSAI IL MORO
C/O Alberto De Vizzi
Tel. 3479526773
via Matteotti 4/c
27029 VIGEVANO (PV)
email bonsai.ilmoro (at) gmail.com
BONSAI CLUB BRESCIA
C/O MARCHESI GIANNINO
Tel. 0302534691
VIA POZZO 20
25075 CORTINE DI NAVE (BS)
email niggia59 (at) libero.it
BONSAI CLUB CASTELLARO
C/O COLOMBAROLI SERGIO
VIA CASTELLO 35
46040 CASTELLARO DI MONZAMBANO (MN)
web: http://castellarobonsai.interfree.it/
ANDOLFO BONSAI STUDIO
C/O ANDOLFO MICHELE
Tel. 0295345022
VIA MAZZINI 1
20040 CAMBIAGO (MI)
email info (at) andolfo.it
web: http://www.andolfo.it/
BONSAI CLUB AMICI DEL VERDE
C/O DELLA TORRE SERGIO
Tel. 02/92102387
VIA UDINE 4
20063 CERNUSCO S. N. (MI)
email lubrembi (at) gmail.com
web: http://www.bonsaiclubamicidelverde.it
BONSAI BLU MILANO
C/O POLO FERRARA
Tel. 3486410478
PIAZZA FERRARA
20139 MILANO (MI)
email danisidonato (at) libero.it
web: htttp://www.bonsaiblu.it
SUISEKI BONSAI CLUB DI MELEGNANO
Gian Luigi Enny
Piazza 4 Novembre n.14 MELEGNANO MI
Clubs UBI in VENETO
------------------------------------------------------
CLUB BONSAI LEMENE
C/O DRIUSSO LORIS
Tel. 0421270970
VIA MUTERON 17
30023 CONCORDIA SAGITTARIA (VE)
email info (at) bonsailemene.it
web: http://www.bonsailemene.it/
BONSAI CLUB BELLUNO
C/O GALANTI ROBERTO
Tel. 0437970527
VIA SAMPOI 38
32020 LIMANA (BL)
email bonsaiclubbelluno (at) infinito.it
web: http://www.bonsaitriveneto.com/Belluno.htm
BONSAI CLUB FELTRE
C/O STEMBERGER MAURO
VIA L. LUZZO 40/B
32032 FELTRE (BL)
email stemberger (at) libero.it
web: http://www.bonsaitriveneto.com/Feltre.htm
OVEST VICENTINO BONSAI
C/O FERRARI CORRADO
VIA FURLANI 1/A
36072 CHIAMPO (VI)
email ielcof (at) tele2.it
web: http://www.bonsaitriveneto.com/OvestVicentino.html
Giardino Museo Bonsai della Serenità
C/O ARMANDO E HAINA DAL COL
Tel. 0438587265-3493708802
Via Roma 6
31020 TARZO (TV)
email armando.haina.dalcol (at) gmail.com
web: http://www.youtube.com/ArmandoHainaDalCol
Sakura Bonsai Club
C/O Agrifarma
Via Montereale, 133
33170 Pordenone (PN)
e-mail: info (at) sakurabonsai.it
web: http://www.sakurabonsai.it

Ricerca personalizzata

 
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Elenco Bonsai Clubs, seconda parte.

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flag italiaIscriversi ad un Bonsai Club è fortemente consigliato per iniziare e migliorare in questo hobby. 

Oltre ai workshops, la maggior parte dei Bonsai Clubs organizzano giri, incontri e mostre; un importante modo per imparare moltissime cose sulla coltivazione del bonsai.

In Italia circa 86 Bonsai Clubs e organizzazioni sono state fondate, la maggior parte di loro fanno parte dell’ UBI (Unione  Bonsaisti Italiani).

Per favore contattaci per presentare informazioni mancanti o aggiornate sui clubs.
Bonsai italia 
Clubs UBI in FRIULI VENEZIA GIULIA
------------------------------------------------------
IL GIARDINO DELLE NOVE NEBBIE
C/O TUBARO SERGIO
Tel. 0432670128
VIA G. PASCOLI, 22
33040 PRADAMANO (UD)
web: http://www.bonsaitriveneto.com/NoveNebbie.htm
AMATORI BONSAI TRIESTE
C/O ROVATI GIORGIO
VIA ROSSETTI 23
34100 TRIESTE (TS)
email segreteria (at) bonsaitrieste.it
web: http://www.bonsaitrieste.it/
MASTER BONSAI CLUB
C/O MERIGGIOLI ANDREA
Tel. 3287364997
VIA BERNARDI 1/2
34136 TRIESTE (TS)
email info (at) master-bonsai.com
web: http://www.master-bonsai.com/forum/

Clubs UBI in TRENTINO ALTO ADIGE
------------------------------------------------------
ARCOBONSAI CLUB DEL GARDA TRENTINO
Tel. 0464518938
VIA GARBIERE 6
38062 ARCO DI TRENTO (TN)
email info (at) arcobonsai.com
web: http://www.arcobonsai.com/

Clubs UBI in REP. DI SAN MARINO
------------------------------------------------------
ASSOCIAZIONE BONSAI SAN MARINO
C/O MORRI ANTONIO
Tel. 0549901828
VIA PALMA IL GIOVANE 11
47031 DOMAGNANO (REP. DI SAN MARINO)
email antonio.morri (at) alice.it
web: http://www.bonsaism.org/

Clubs UBI in EMILIA ROMAGNA
------------------------------------------------------
ASSOCIAZIONE EMILIA BONSAI
C/O MOLINARI FAUSTO
Tel. 0532849493
VIA LUIGI SESSA 29
44043 MIRABELLO (FE)
email aebbonsai (at) hotmail.com
web: http://ww3.comune.fe.it/aeb/index.html
PARMA BONSAI
C/O NELLI GRAZIANO
Tel. 0521773309
Via Ilaria Alpi 23
43100 PARMA (PR)
email parmabonsai (at) libero.it
web: http://www.parmabonsai.jimdo.com
BONSAI CLUB HELEN
C/O BARDELLI VANNI
VIA DELL’ABATE 69
42019 SCANDIANO (RE)
email albertohelenclub (at) yahoo.it
A.B.C. ASS. BONSAI CASTELFRANCO EMILIA
Tel. 3477433466
VIA SOLIMEI 21
41013 CASTELFRANCO EMILIA (MO)
LUGO BONSAI CLUB
C/O BOSCHI MARIA LUISA
VIA AMENDOLA, 72
48022 LUGO (RA)
email luigibaldini (at) alice.it
web: http://digilander.libero.it/lugobonsai/
BONSAI CLUB FORLI’
C/O CIRCOLO PRESIDENT
VIA ROMA 269
47122 FORLI’ (FC)
PROGETTO FUTURO
C/O SAVINI ENRICO
Tel. 051831061
VIA MOTTA, 10
40050 MONTEVEGLIO (BO)
email enricosavini.ibs (at) alice.it
web: http://www.progettofuturobonsai.it
ROMAGNA BONSAI CLUB
C/O ZANETTI MAURIZIO
Tel. 3358169521
VIA SAN BARTOLO 307
47822 SANTARCANCELO DI R. (RN)
email info (at) romagnabonsai.it
web: http://www.romagnabonsai.it/
SPAZIO BONSAI
C/O ROSSI GIANFRANCO
Tel. 339/8801580
VIA CABOTO 57
47841 CATTOLICA (RN)
email gianbonsai (at) libero.it
BONSAI CLUB CERVIA
C/O BUDINI URBANO
Tel. 3384553335
VIA BELLINI, 10
48015 CERVIA (RA)
LABORATORIO BONSAISENSEI
C/O GRISENDI ALESSANDRO
Tel. 3479121122
VIA A. MORO 12/2
42020 ALBINEA (RE)
email ILPAGUI (at) GMAIL.COM
BONSAI CLUB RIMINI
VIA CA’ DEL DRAGO SN
47924 RIMINI (RN)

Clubs UBI in TOSCANA
------------------------------------------------------
TOSHOO-EN
C/O BENEVIERI ANDREA
Tel. 0575520047
VIA MAGRETE, 5
52014 POPPI (AR)
email andrea.benevieri (at) libero.it
web: http://www.toshoo-en.com/
CLUB BONSAI AREZZO
C/O ALESSANDRO PERON
Tel. 3337861654
LOC. LA TAGLIATA, 116
52010 CAPOLONA (AR)
ASS.NE CULT. LE PRATOBONSAI
C/O PARISE TOMMASO
VIA G. PERO, 13
59100 PRATO (PO)
email info (at) pratobonsai.it
web: http://www.pratobonsai.it/
CENTRO CULTURALE BONSAI LABRONICO
C/O NIKPAL MARINO
Tel. 3357468187
VIA VILLA GLORI, 7
57122 LIVORNO (LI)
email marino.nikpal (at) progeco.net
GRUPPO BONSAISTI MEDIO VALDARNO
C/O SANTINI FRANCESCO
VIA G. FALCONE 2
50050 CERRETO GUIDI (FI)
email info (at) gbmv.it
STUDIO BONSAI LIVORNO
C/O BAZZALI CARLO
BORGO DEI CAPPUCCINI, 292
57100 LIVORNO (LI)
email bazzalica (at) studiobonsailivorno.com
web: http://www.studiobonsailivorno.com/ 


Clubs UBI in MARCHE
------------------------------------------------------
BONSAI CLUB 95
C/O PESCI GIANFRANCO
Tel. 0733237211
Via Mameli 69
62100 MACERATA (MC)
BONSAI CLUB FABRIANO
C/O SUARDI ALFIERO
Tel. 073221193
VIA DANTE 31
60044 FABRIANO (AN)
email alfiero.suardi (at) tin.it
BONSAI CLUB FERMO
C/O BALILLI FEDERICO
Tel. 0734620993
VIA XXV APRILE 26
63023 FERMO (FM)
email fbalilli (at) libero.it
ASCOLI BONSAI
C/O CIARROCCHI STEFANO
Tel. 0736493403
VIA CAGLIARI 5/A
63040 FOLIGNANO (AP)
email massimo.ciarrocchi (at) alice.it
web: http://www.ascolibonsai.com/
CONERO BONSAI
C/O ZAPPALA' GIUSEPPE
VIA GHETTERELLO, 104
60131 ANCONA (AN)
GRUPPO BONSAI PICENO
C/O LUCIDI MAURO
FRAZ. ARLI, 23
63041 ACQUASANTA TERME (AP)
CLUB BONSAI 88 PESARO
C/O DOMINICI OLIVIO
Tel. 0721281333
VIA DELLE REGIONI km1
61100 PESARO (PU)
BONSAI CLUB L'ALBERO DEI SOGNI
C/O MEDICI MICHELE
Tel. 0717990311
SS. ADRIATICA SUD 258/B
60017 MARZOCCA DI SENIGALLIA (AN)
web: http://www.bonsai-senigallia.it/
PESARO BONSAI
C/O VERGONI PAOLO
Tel. 3473317450
VIA ZAMBONINI 9
61025 MONTELABBATE (PS)

Clubs UBI in LAZIO
------------------------------------------------------
ASSOCIAZIONE CULTURALE ROMA
C/O SALLUSTI ENRICO
Tel. 064101925
VIA SERRAVALLE DI CHIENTI 42
00156 ROMA (RM)
email enricobonsai (at) alice.it
web: http://www.romabonsai.org
STUDIO BONSAI CREATIVO
C/O SEGNERI SANDRO
Tel. 3477722255
VIA MARITTIMA 138
03100 FROSINONE (FR)
email info (at) bonsaicreativo.it
YAMA BONSAI CLUB
C/O IMPERATORI ROBERTO
Tel. 3398687785
VIA PAVIA 32
00161 ROMA (RM)
BONSAI CLUB CASTELLI ROMANI
C/O COFANI CLAUDIO
Tel. 3294062632
VIA D. SEGHETTI 34
00044 FRASCATI (RM)
email B.C.C.R (at) BONSAICASTELLIROMANI.IT

Clubs UBI in UMBRIA
------------------------------------------------------
ASSOCIAZIONE UMBRIA BONSAI
C/O TROIANI GIANNI
Tel. 3476875680
VIA ISONZO 1
06034 FOLIGNO (PG)
email g_troiani (at) libero.it
web: http://web.tiscali.it/umbriabonsai/

Clubs UBI in ABRUZZO
------------------------------------------------------
LABORATORIO BONSAI ABRUZZESE
C/O CIOVACCO EZIO
STRADA DEL COLLE DI MEZZO 58
65125 PESCARA (PE)

Clubs UBI in CAMPANIA
------------------------------------------------------
NAPOLI BONSAI CLUB
C/O ACAMPORA ANTONIO
Tel. 0817397053
VICO ASCIONE 26
80056 ERCOLANO (NA)
email info (at) napolibonsaiclub.it
web: http://www.napolibonsaiclub.it/
ARBORES BONSAI CLUB
C/O AIKI BONSAI CENTER
Tel. 3470116766
VIA CASA GAIARDI 15
84013 CAVA DEI TIRRENI (SA)
email pantula (at) libero.it
web: http://www.arboresbonsaiclub.it/
BONSAI CLUB IRPINO
C/O COLANTUONO ANTONIO DARIO
Tel. 3393632766
VIA GIOVANNI XXIII, 7
83031 ARIANO IRPINO (AV)
KOMONO BONSAI CLUB
C/O MEMOLI NICOLA
Tel. 345.4330027
C/DA BARCA SNC
84036 SALA CONSILINA (SA)
email KOMONOBONSAICLUB (at) LIBERO.IT
SCUOLA BONSAI DEL MEDITERRANEO
C/O Antonio Gesualdi
Tel. 3470116766
Via Casa Gaiardi, 15
84013 CAVA DEI TIRRENI (SA)
email antbons (at) libero.it
web: http://www.scuolabonsaimediterranea.it

Clubs UBI in PUGLIA
------------------------------------------------------
BONSAI CLUB PUGLIA
C/O PICELLA GIANNI
Tel. 0805214432
Via Quarnaro 1 6
70121 BARI (BA)
email picella (at) infinito.it
BONSAI CLUB GARGANO
C/O ORLANDO SILVIO
Tel. 0882820464
VIA ROMA 55
71010 RIGNANO GARCANICO (FG)
DAUNIA BONSAI CLUB
C/O MICHELE LA MANNA
Tel. 3348925515
VIA CIAMPITTI, 38
71121 FOGGIA (FG)
BONSAIZONE CLUB
C/O STALLONE TOMMASO
Tel. 3313703751
Via Marconi
70054 GIOVINAZZO (BA)
email t.stallone (at) libero.it
web: http://www.bonsaizone.net
ASS.CULTURALE VALLE D ITRIA BONSAI
C/O Masseria FERRAGNANO
Tel. 3337289261
Via COSTERNINO, 282
70010 LOCOROTONDO (BA)
email martinopalmisano (at) alice.it
web: http://www.valleditriabonsai.it
BONSAI ZEN ITALIA
C/O SERGENTI DAVIDE
Tel. 3387115030
VIA XXIV MAGGIO
70020 CASSANO MURGE (BA)
email info (at) bonsaizenitalia.it
web: http://www.bonsaizenitalia.it/
SCUOLA BONSAI FOGGIA
C/O CONTE ANTONIO
Tel. 00390881740607-00393208534547
Viale Giotto n° 31
71121 FOGGIA (FG)
email capitanolayher (at) yahoo.it

Clubs UBI in CALABRIA
------------------------------------------------------
BONSAI CLUB POLLINO
c/o De Giuseppe Antonio Biagio
Tel. 349.7542771
CORSO PIANO DELLO SCHIAVO 48
87010 FIRMO (CS)
email biagioanto (at) libero.it

Clubs UBI in SICILIA
------------------------------------------------------
BONSAI CLUB PALERMO
C/O LA ROSA FRANCESCO
Tel. 3357756173-091/206402
VIA F. BRUNELLESCHI, 104
90145 PALERMO (PA)
email bonsaiclubpalermo (at) libero.it
web: http://digilander.libero.it/bonsaiclubpalermo/
BONSAI CLUB MESSINA
C/O SFRAVARA GIUSEPPE
Tel. 090630841
S.S. 114 C/O ARREDO VERDE km130
98135 S. MARGHERITA (ME)
email info (at) bonsaiclubmessina.com
web: http://www.bonsaiclubmessina.com
BONSAI CLUB CONTEA DI MODICA
C/O GIURDANELLA GIUSEPPE
Tel. 0932904917
C.D. TRE CASUCCE, 159/D
97015 MODICA (RC)
email giuseppe.giurdanella (at) tin.it
web: http://www.bonsaiclubconteadimodica.it/
DRAGO VERDE BONSAI
C/O DI PIETRO SEBASTIANO
VICO IV COLONNA 13 BIS
98051 BARCELLONA (ME)
IBLA BONSAI CLUB
C/O ANTONIO MUCCIO
VIA NIZZA 88
96012 AVOLA (SR)
VITTORIA BONSAI CLUB
C/O VILLANTE S.
Tel. 3347231050
VIA P. CALAMANDREI 13 BIS
97019 VITTORIA (RG)
email SEBASTIANO32 (at) HOTMAIL.COM
web: http://www.vittoriabonsaiclub.com 

Clubs UBI in SARDEGNA
------------------------------------------------------
BONSAI CLUB SARDEGNA
C/O DEFRAIA STEFANO
VIA DELLE CARCERI, 16
09016 IGLESIAS (CA)
email fabio_cambo (at) hotmail.com
web: http://www.bonsaiclubsardegna.net/

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Arti collegate al Bonsai: Bonsai Shohin e Mame.

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Shohin小品盆栽 & 豆盆栽
Shohin significa “una cosa piccola”, indicando che può essere anche più piccola di un bonsai. Sebbene non siano mai state formulate regole precise, un albero è considerato uno Shohin quando è alto meno di 25 cm (10 pollici). 

Gli esperti credono che tu debba essere in grado di tenere un albero Shohin in una sola mano, indicando che l’esatta misura dell’altezza dell’albero non è poi così importante. 

I bonsai Mame sono ancora più piccoli; alti meno di 10 cm (4 pollici).
Shohin Bonsai

Confronto tra Shoin, Mame e Bonsai.
 
Shohin e Mame sono abbastanza simili al bonsai, ma oltre alla dimensione, differenze possono anche notarsi nelle linee guida relative alle loro cure. Dato che i vasi sono più piccoli, richiedono annaffiature e concimazioni più frequenti. 

Un’altra differenza può trovarsi nella quantità di dettagli rappresentati dall’albero. Gli alberi reali hanno migliaia di foglie e di rami , ma come la dimensione diminuisce anche il dettaglio tende ad abbassarsi. Inoltre, lo Shohin e specialmente il Mame può essere pensato come qualcosa di più idealistico.
Shohin japon
Links
Per le foto: Galleria Shohin e Mame
Vai al forum sulle arti correlate al bonsai
Impara di più al: www.shohin-europe.com

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Il calendario del perfetto bonsaista: Maggio.

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MAGGIO
RINVASO
NO conifere
NO sempreverdi
NO caducifoglie SI se eseguo defogliazione totale o quasi totale
SI fiore/frutto (subito dopa la fioritura)
SI mediterranee/esotiche (a fine mese)

FILO
                                 NO per tutte.  Vedi Aprile

POTATURA e DEFOGLIAZIONE
SI conifere,ma leggera - NO apici - SI candele - SI pizzicatura germogli verdi
NO sempreverdi - SI pizzicatura gemme
SI caducifoglie,ma leggera - SI pizzicatura gemme - SI defogliazione parziale(a fine mese)
NO fiore/frutto
SI mediterranee/esotiche.Ficus a fine mese - SI defogliazione parziale a fine mese - SI pizzicatura gemme
Concimare prima e dopo - nebulizzare molto - eseguire in luna crescente.
Solo se piante in buona salute,scopo fitta ramificazione

CONCIMAZIONE
Per piante già formate: poco,raramente e senza azoto
Per piante in formazione: generosamente,ma con giudizio.
 
ANNAFFIATURA
Bagnare al mattino e sera (due volte)
Solo la sera se non si ha tempo
nebulizzare spesso le chiome sopra e sotto

PARASSITI
Vedi mesi precedenti.
Per combattere ragnetto rosso/cocciniglia/afidi,asportare meccanicamente con getti d'acqua vigorosi alla chioma delle piante.
Controllare presenza della cocciniglia (al caso usare olio bianco)

CURE
Tenere tutte in pieno sole (tranne le raccolte con poche radici)
Ruotare regolarmente

RACCOLTA
NO yamadori - ormai sono sveglie anche in alta montagna
SI talea - per molte essenze
SI margotta Momento ideale adesso e anche Giugno. Solo per caducifoglie e sempreverdi. Radicano in 2 mesi. Eseguire in luna calante. Usare sfagno in caramella o terra in vaso.

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I corsi di base del Bonsai Club di Torino.

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40_fotos_bonsai_html_m2f634abeEcco le date dei nuovi corsi di base:

Primavera 2012
Teoria: 23 Febbraio, 8 e 22 Marzo presso la sede di via Paolo Gaidano 77 dalle 20,30 alle 23
Pratica: 24 Marzo questa è una giornata che viene interamente dedicata alla pratica e si svolge a casa dell'istruttore che tiene il corso. Istruttore: Mauro Coppa
Autunno 2012
Teoria: 11 e 25 Ottobre, 15 Novembre presso la sede di via Paolo Gaidano 77 dalle 20,30 alle 23
Pratica: 17 Novembre questa è una giornata che viene interamente dedicata alla pratica e si svolge a casa dell'istruttore che tiene il corso. Istruttore: Silvia Patrucco
Corso di perfezionamento
Una giornata a tema a fine ottobre. Occorre essere autonomi per piante, materiale e attrezzi.

Corso2002-1.jpg (100108 byte)Nella cultura Italiana il Bonsai, purtroppo, non è stato diffuso correttamente; è stato sfruttato molto a livello commerciale, trascurando quasi del tutto gli aspetti culturali, artistici e botanici di questa antica disciplina.

Corso2002-2.jpg (145643 byte)In Giappone dietro a quella che sembra solo una forma di coltivazione di piante in miniatura, c’è una vera e propria cultura radicata, di centinaia di anni e che ben si collega alla filosofia Zen. Molto spesso la gente acquista un “bonsai” senza sapere come curarlo e come migliorarlo artisticamente. Il neoappassionato, allora, ricorre ai pochi mezzi d’informazione che gli sono disponibili: prima di tutto i consigli del fiCorso2002-4.jpg (132059 byte)oraio, che, da buon commerciante, non ha proprio tutti gli interressi a che la pianta sopravviva. In un secondo momento si passa all’acquisto di un libro sull’argomento: anche qui gli aspetti artistici sono abbastanza incomprensibili e scadenti, mentre la parte botanica è validissima ,ma solo nel giardino dell’autore.

Le condizioni climatiche sono talmente variabili da un luogo all’altro, anche a distanza di poche decine di metri, che gli interventi botanici non si possono fissare sulla base di un’esperienza personale (seppur validissima) ed essere riconosciuti “profezie” in tutto il territorio nazionale ed internazionale, per ogni genere e forma di ambiente. La necessità di organizzare corsi di base per chi si avvicina per la prima volta al Bonsai è nata proprio per cercar di Corso2002-5.jpg (124566 byte)porre rimedio alle carenze divulgative di questa forma d’arte.
I corsi di base organizzati dal Bonsai Club Torino sono suddivisi in una parte teorica ed una pratica, gestite in diverse serate presso la nostra sede operativa.

 
Gli insegnamenti teorici comprendono i fondamenti di fisiologia vegetale necessari per comprendere le esigenze di una pianta; gli aspetti artistici: cultura giapponese, stili, estetica, vasi adatti; gli aspetti Corso2002-7.jpg (127888 byte)botanici: concimazioni, annaffiature, terricci; e gli aspetti tecnici: applicazione del filo, potature dei rami e delle radici, attrezzature.

La parte pratica vedrà l’applicazione di tali regole e conoscenze, su una pianta, fornita dal Bonsai Club Torino, che verrà lavorata da Corso2002-8.jpg (112393 byte)ogni allievo, con l’assistenza dell’istruttore; e che resterà al neo-appassionato.  Il Bonsai Club Torino, inoltre, metterà a disposizione tutta l’attrezzatura necessaria per lo svolgersi del corso. Sarà dato all’allievo anche un manuale, su cui si basano le lezioni, per il rapido ed efficace richiamo delle nozioni apprese durante il corso.

I corsi sono tenuti e gestiti da un istruttore interno al Bonsai Club Torino, che potrà seguire gli allievi durante la loro crescita, qualora decidessero di non limitarsi all’apprendimento dei rudimenti del bonsai, ma volessero approfondire le loro conoscenze frequentando gli incontri ordinari del Bonsai Club Torino.

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Cura e rinvaso di un ficus bonsai.

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 La cura di un Ficus bonsai deve essere un poco più scrupolosa rispetto quella di una pianta normale.

Scegliamo innanzitutto la posizione: luminosa, ma non ai raggi diretti del sole.

La temperatura non dovrebbe scendere al di sotto dei 13-15 gradi, mentre picchi estivi al di sopra dei 30 gradi sono ben tollerati, in fondo si tratta di una specie tropicale abituata al caldo.

Annaffiamo regolarmente, avendo l'accortezza di diminuire le irrigazioni durante l'inverno. Comunque, il terriccio deve sempre asciugare parzialmente prima di bagnare un'altra volta.

Occhio alla secchezza dell'aria nelle nostre case, perchè il Ficus bonsai la sopporta male, finendo col perdere moltissime foglie. Se non possiamo utilizzare un umidificatore per ambiente, nebulizziamo spesso la pianta ed avviciniamola ad altre, lasciando sempre dell'acqua nel sottovaso, senza però immergervi direttamente il vaso, il quale va tenuto rialzato.

Si rinvasa circa ogni 3 anni. Per il rinvaso usare un vaso di dimensioni più grandi dell'attuale; è indifferente che sia di terracotta o di plastica (in quest'ultimo caso l'acqua evapora più lentamente).

Cura di un Ficus bonsai.

La cura di un Ficus bonsai deve essere un poco più scrupolosa rispetto quella di una pianta normale.

Scegliamo innanzitutto la posizione: luminosa, ma non ai raggi diretti del sole.

La temperatura non dovrebbe scendere al di sotto dei 13-15 gradi, mentre picchi estivi al di sopra dei 30 gradi sono ben tollerati, in fondo si tratta di una specie tropicale abituata al caldo.

Annaffiamo regolarmente, avendo l'accortezza di diminuire le irrigazioni durante l'inverno. Comunque, il terriccio deve sempre asciugare parzialmente prima di bagnare un'altra volta.

Occhio alla secchezza dell'aria nelle nostre case, perchè il Ficus bonsai la sopporta male, finendo col perdere moltissime foglie. Se non possiamo utilizzare un umidificatore per ambiente, nebulizziamo spesso la pianta ed avviciniamola ad altre, lasciando sempre dell'acqua nel sottovaso, senza però immergervi direttamente il vaso, il quale va tenuto rialzato.

Si rinvasa circa ogni 3 anni. Per il rinvaso usare un vaso di dimensioni più grandi dell'attuale; è indifferente che sia di terracotta o di plastica (in quest'ultimo caso l'acqua evapora più lentamente).

Rinvaso di un Ficus bonsai.

Con il rinvaso del Ficus bonsai si cambia il vaso, la terra e si interviene sulla massa radicale, per asportare le radici vecchie e rovinate, al fine di favorire la crescita di radici nuove.

Durante i primi anni di vita il bonsai deve essere rinvasato annualmente, mentre è sufficiente rinvasare un bonsai adulto ogni 5-6 anni. Il momento perfetto per l'intervento coincide con la primavera inoltrata.

E'importante che vi sia un buon drenaggio, in grado di evitare pericolosi ristagni d'acqua, che possono provocare marcescenze. Ottimo potrebbe essere un composto formato per 2/3 da terriccio universale e per 1/3 da sabbia. Il vaso deve essere alto, ma non troppo. Prima di mettere il terriccio nel vaso, vanno coperti i fori di drenaggio con ciottoli o cocci, al fine di creare una barriera agli attacchi dei parassiti, inoltre così facendo si evita che l'acqua di drenaggio trascini piccole quantità di terriccio quando si bagna la pianta. La frequenza del rinvaso varia con età del bonsai.























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